Cattolici e politica: p. Spadaro, “sinodalità come via per attivare gli anticorpi contro il virus della paura e dell’odio”

Il coronavirus 2019-nCoV si sta diffondendo nel mondo, “generando una sindrome del contagio universale”. In questo scenario la pandemia “finisce per essere sempre quella dell’insicurezza e dell’ansia. Il coronavirus sembra essere diventato oggi anche un sintomo (e un simbolo) di una più generale condizione di paura che ci portiamo dentro”. Muove da questa premessa il ragionamento di p. Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica. In una riflessione pubblicata sul quaderno 4072 della rivista in uscita sabato 15 febbraio, il gesuita parla di paura come “virus dell’anima” che “ci fa percepire il contatto con l’altro, il diverso, come un rischio di contagio si va radicando nelle nostre società e prende varie forme: una concezione angustamente securitaria che comprime i diritti di libertà e lo Stato di diritto; il sovranismo inteso come l’opposto di una politica estera imperniata sul multilateralismo e sull’Europa; l’ostilità verso l’integrazione; l’uso politico del cristianesimo ridotto a ‘religione civile'”. Una visione all’opposto di quella cattolica, che “è universale e pone al centro la persona e i popoli, riconoscendo l’altro, l’estraneo e il diverso come ‘fratello'”.
Di qui l’interrogativo: “Come attivare concretamente, nell’ambito della nostra vita sociale e politica, gli anticorpi contro il virus della pandemia della paura, dell’ansia e dell’odio?”. Anzitutto incontrandosi e facendo cose insieme coinvolgendo e integrando “emotività e intelligenza politica. La reazione antivirale deve lasciare spazio a un processo riabilitativo, ricostituente”. Ma come organizzare le forze cattoliche all’interno della vita pubblica? Tra le due opzioni opposte – quella di non considerare più vita di fede e responsabilità politiche “un binomio inscindibile” e quella di strumentalizzare la vita di fede “in funzione del consenso politico”, si presenta una terza via: la sinodalità. “Certamente quella sinodale è una dinamica meno ‘governabile’ a priori, perché mette al centro l’assemblea di persone reali che ‘partecipano’ e ‘rappresentano’ la Chiesa” ma, ad avviso del direttore de La Civiltà Cattolica, “è la via per attivare gli anticorpi propri del cattolicesimo, trovando una risposta pastorale della Chiesa ai virus della nostra democrazia”.

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