Ragazzi fuori famiglia: Care leavers network Italia, ai giornalisti “siamo persone, non numeri”

“Siamo persone, non numeri”: lo ricordano i ragazzi del “Care Leavers Network Italia”, nelle Raccomandazioni, presentate oggi a Roma, nel corso della seconda Conferenza nazionale del “Care leavers network Italia”. Nel documento c’è uno spazio dedicato a come i giornali trattano le vicende di minorenni allontanati dalle loro famiglie. “Molto spesso si sente parlare di genitori che in disaccordo con i vari provvedimenti giudiziari attaccano senza sosta giudici, assistenti sociali, operatori… Noi non vogliamo dire che il sistema di accoglienza sia perfetto, ma se sono state prese certe decisioni c’è sempre un motivo -si legge nelle Raccomandazioni -. Siamo stanchi di sentire parlare solo di allontanamenti ingiusti, di abusi di potere, di allontanamenti che violano i diritti umani…”. E ancora: “Molti giornalisti pensano che le case-famiglia e le comunità esistano solo per far guadagnare soldi a qualcuno, strappando alla loro famiglia dei bambini o dei ragazzi. Abbiamo raccolto molti articoli che parlano di ‘business’ delle case-famiglia. Noi vorremmo far notare che a molti ragazzi, compresi noi, quello che chiamano ‘business’ ha salvato la vita”. Perciò, “se ci sono comunità o case-famiglia che non funzionano o dove sono stati commessi degli abusi vanno individuate e denunciate. Ma non è giusto generalizzare”. Altro campo difficile è l’immigrazione: “Anche le storie di noi ragazzi stranieri meritano rispetto e attenzione da parte della stampa, perché siamo innanzitutto delle persone e non dei numeri o un fenomeno da raccontare”. Ai giornalisti un ulteriore appello: “Abbiamo trovato diversi articoli sui giornali che parlano di noi come ‘ragazzi disagiati’ o ‘ragazzi disadattati’”, parole che feriscono. “Le nostre storie sono fragili e importanti ed esigono rispetto e sensibilità. Riteniamo che un’informazione parziale possa crearci ulteriori difficoltà oltre a quelle che già viviamo, perché spesso veniamo etichettati e discriminati, non solo noi ma anche le persone che ci stanno accanto: le nostre famiglie, le comunità, i servizi sociali. Siamo persone e non notizie”

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia