Tutela dei minori: mons. Ghizzoni (Cei), “una nuova rete in Italia per un cambio di mentalità fondamentale”

Lavori in corso alla Cei: l’obiettivo è arrivare ad un referente in ogni diocesi, preparato sulla tutela dei minori che affiancherà il vescovo nell’azione di ascolto, formazione e prevenzione e ad uno sportello aperto a chiunque desidera mettersi in contatto. Non è passato neanche un anno – era giugno dello scorso anno – dall’approvazione delle nuove “Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili” e il lavoro in questi mesi del Servizio nazionale per la tutela dei minori, non si è mai fermato. A fare il “punto” di quanto fino ad oggi realizzato è il presidente del Servizio Cei, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia mons. Lorenzo Ghizzoni, prima di cominciare oggi una due giorni di studio a Roma con i coordinatori dei Servizi regionali e i vescovi delegati regionali. “Intanto diciamo che tutte le Regioni hanno nominato un vescovo, un coordinatore regionale, hanno cominciato a costituire il Servizio regionale e più della metà delle diocesi hanno già nominato il loro referente diocesano che proprio in questi giorni, anche grazie a questo incontro, saranno implementati”. Al Consiglio permanente che ci sarà la prossima settimana, si renderanno pubblici i protocolli che il Servizio nazionale ha preparato e che serviranno proprio per la formazione degli operatori pastorali. Questi 4 protocolli contengono anche una serie di buone prassi da mettere in atto in parrocchia. “Abbiamo degli anni davanti a noi. Non è che dobbiamo fare tutto subito. È meglio fare bene le cose passo dopo passo. Credo però sia importante in un primo tempo puntare sulla formazione degli operatori e via via rendere sicuri gli ambienti, arrivare ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie. Sono tutti passaggi progressivi e previsti”. Il “referente” regionale e diocesano – spiega Ghizzoni – “non sarà da considerarsi come ‘uno specialista’, anche se ho visto che quelli che sono stati nominati hanno delle competenze particolari. Sono psicologi, consulenti familiari, psichiatri, giuristi, avvocati”. In progetto c’è anche l’apertura di un centro di ascolto o sportello, secondo anche quello che la Santa Sede ha chiesto con l’ultimo documento “Vos estis lux mundi”. Ma alla base di tutto questo percorso, alle diocesi si chiede “un cambio di mentalità fondamentale: cioè – spiega Ghizzoni – da ora in poi noi non possiamo più metterci dalla parte del l’istituzione, dell’immagine della Chiesa ma ci dobbiamo mettere dalla parte dei minori. Cambiando prospettiva, anche le nostre attività dovranno mettersi dalla parte sempre dei minori”.

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