(da Lisbona) Il loro “quartier generale” si trova a Casa Italia: fianco a fianco per raccontare la Giornata mondiale della gioventù. I media della Chiesa italiana sono impegnati, in questi giorni, a Lisbona per offrire, attraverso i diversi canali della comunicazione, un racconto completo di un evento che “connette” tutto il mondo. Insieme, Tv2000 e InBlu2000, agenzia Sir e Avvenire col proprio stile e linguaggio, ma tutti al servizio della stessa comprensione profonda dell’evento. Così chi visiterà, in questi giorni, il sito Avvenire.it troverà con frequenza servizi del Tg2000, mentre i telespettatori delle dirette di Tv2000 incontreranno volti delle firme del quotidiano Avvenire. E gli utenti del giornale su carta e online leggeranno i reportage dei giornalisti del Sir. Sui “lanci”, pubblicati sul sito dell’agenzia (agensir.it), compare la firma dei giornalisti del giornale. E, ancora, InBlu2000 offre un’informazione continua lungo tutta la giornata attraverso i suoi giornali radio.
“Casa Italia è anche flusso comunicativo e informativo. Per questo, i media della CEI – Avvenire, Tv2000 e inBlu2000, Agenzia Sir – non potevano non raccontare l’esperienza della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona – dice Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Cei -. La condivisione non è solo quella degli spazi dove si lavora ma soprattutto di narrazione, ciascuno secondo il proprio stile, di quella vitalità che questo appuntamento incarna. La cifra è proprio quella dell’ospitalità che Casa Italia trasmette ai pellegrini italiani.
La comunicazione e l’informazione possono costruire ponti, occasioni di incontro, di approfondimento e di comprensione della realtà. Ciò vale sempre, ma in modo particolare quando i protagonisti sono i giovani.
L’ospitalità è una condizione perché la condivisione comunicativa disegni nuovi percorsi e apra nuove possibilità: questa, infatti, agisce non solo su chi viene accolto ma anche su chi accoglie. La centralità è sempre negli incontri che permettono di capire meglio le proprie radici e approfondire la propria identità.
La circolarità vissuta dai nostri media è una ricchezza che aiuta anche a comprendere il ventaglio di possibilità con cui avvicinarsi alla realtà: articoli, servizi televisivi, lanci di agenzia… tutto concorre ad ascoltare e a raccontare.
Una strada da percorrere con decisione per continuare a leggere con l’occhio della fede quanto avviene intorno a noi. È la sfida per il presente e la grande opportunità per il futuro”.
Tutti i giorni, sino alla conclusione dell’evento, i media della Chiesa italiana offriranno un racconto completo: il quotidiano ogni giorno con le sue pagine dedicate alla Gmg, il sito Avvenire.it con aggiornamenti in diretta, video e podcast, le dirette di Tv2000, da studio e da Lisbona, i servizi di Tg2000 con gli inviati sul campo, la copertura informativa nei gr di Radio InBlu e delle radio del circuito in tutta Italia, le decine di lanci di agenzia quotidiani del Sir, con reportage e racconti in testi e video di esperienze territoriali e di “colore”, i profili social delle testate che rilanciano tutto.
“I media della Chiesa italiana sono come uno strumento musicale con una propria personalità, una storia, un ruolo, uno spartito – spiega Francesco Ognibene, caporedattore al desk centrale di Avvenire -. Ciascuno da solo suona un’ottima musica, apprezzata, ricercata, attesa dall’opinione pubblica del nostro Paese. Ma la vera differenza come efficacia e attrattiva la possiamo fare quando uniamo la musica e suoniamo insieme per raccontare un evento, come la Gmg.
Scopriamo di poter offrire un servizio che va oltre la somma delle parti, offrendoci come una presenza ricca e interessante proprio perché integriamo la parola scritta dell’uno con le immagini dell’altro, le voci dell’altro, le notizie in tempo reale dell’altro ancora.
Insieme siamo una risorsa che può andare lontano ed essere persuasiva, più di quanto ciascun medium già sia seguendo il suo percorso. La credibilità, il prestigio, la serietà dell’informazione che assicuriamo sono le stesse per tutti, e uguale è soprattutto lo sguardo sulle persone, la società e il mondo. Naturale intendersi al volo, oltre a una stima reciproca cresciuta nel tempo. Qui a Lisbona stiamo sperimentando con gioia professionale – se posso usare questa espressione – l’armonia possibile di una polifonia che ci vede naturalmente integrati, mai ridondanti, sempre affini per spirito, senso del servizio offerto, attenzione ai fatti e all’umanità, libertà espressiva, uno spazio ineguagliabile garantito dal nostro comune editore, la Chiesa italiana. Imparare a coordinarsi e a donare agli altri media Cei la ricchezza di cui ciascuno è portatore credo sia il passo che ci attende dopo questa settimana portoghese che stiamo vivendo fianco a fianco. La strada è tracciata”.