Virus più insidiosi

Il nuovo Coronavirus (2019-nCoV) preoccupa un po’ tutti. Ci aggiornano e ci aggiorniamo continuamente sui dati che ora toccano, per quanto marginalmente, anche la nostra Italia: al momento in cui scriviamo i contagiati in Cina sarebbero ufficialmente circa 25.000 e i morti circa 500 a fronte però di circa 1000 persone guarite. L’indice di mortalità sarebbe del 2,1% - ritenuto molto basso rispetto ad altre epidemie - ma una sorta di psicosi si va diffondendo (in Italia - dicono - ancor più che in Cina...).

Il nuovo Coronavirus (2019-nCoV) preoccupa un po’ tutti. Ci aggiornano e ci aggiorniamo continuamente sui dati che ora toccano, per quanto marginalmente, anche la nostra Italia: al momento in cui scriviamo i contagiati in Cina sarebbero ufficialmente circa 25.000 e i morti circa 500 a fronte però di circa 1000 persone guarite. L’indice di mortalità sarebbe del 2,1% – ritenuto molto basso rispetto ad altre epidemie – ma una sorta di psicosi si va diffondendo (in Italia – dicono – ancor più che in Cina…). Va subito rilevata, a parte gli iniziali ritardi, la relativa tempestività di intervento e delle misure atte a limitare i danni, sia in Cina che altrove. Da noi lo “stato di emergenza” e la chiusura al traffico aereo da e per la Cina, la mobilitazione del governo e nello specifico del Ministero della Salute e della Protezione civile con la nomina di un commissario straordinario, la prontezza e competenza delle nostre strutture sanitarie – a partire dal prestigioso Istituto Spallanzani – dovrebbero garantire il massimo della serenità in tutta la popolazione (per quanto si sia aperto un contenzioso con le Regioni del Nord sull’atteggiamento da tenere nei riguardi dei ragazzi tornati dalla Cina). E va dato atto alle tante persone che si dedicano a fronteggiare l’evolversi della situazione. Ma di fatto l’epidemia Coronavirus ci ha fatto scoprire anche il pericolo più insidioso della “infodemia”, come è stato rilevato dalla stessa OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) in riferimento alla diffusione di notizie allarmistiche, imprecise o false, che incrementano (non di rado ad arte) la psicosi collettiva. In realtà, questo della diffusione istantanea e universale di notizie tendenziose o fuorvianti è un “virus” da cui bisogna stare sempre più in guardia. Dalle offese senza limiti alle disinformazioni calcolate e programmate alle reazioni scomposte provenienti da ogni dove, si tratta davvero di una sorta di pandemia a cui tutti siamo esposti. Non tanto per il mezzo in sé (tra l’altro anch’esso esposto a virus informatici, per i quali dobbiamo dotarci di antivirus…), quanto per il numero crescente di persone squilibrate o malvage che fanno uso di Internet seminando odio, spacciandosi a volte addirittura per giornalisti. Il duplice “virus” ancora più pericoloso che sta al fondo di questa pandemia – da curare con maggiore efficacia o da cui almeno guardarsi, evitando di esserne complici – è quello della menzogna e dell’odio. Abbiamo sentito di una ragazza veneta che è stata volgarmente e violentemente insultata sui social solo perché rea di essere tornata dalla Cina: uno dei tanti esempi di “ostracismo” delle persone (che è ben altra cosa dalla necessaria prudenza che impone una opportuna quarantena). Mentre il Coronavirus è stato meritoriamente isolato (anche in Italia, da ricercatrici donne) e giungono già notizie di farmaci efficaci, in attesa dell’apposito vaccino, occorre pensare ad altri vaccini o comunque a rimedi che limitino i danni dei virus più potenti e insidiosi che minano alle radici la vita dell’umanità.

(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)

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