100 anni fa: la tragedia dei gas sul San Michele

"Signor Capitano... i gas asfissianti!!... Io non sapevo, né immaginavo la potenza di quel gas! Beh! Dissi, non impressionatevi, non è nulla...

Il bollettino di guerra del 30 giugno 1916, recava questa notizia: “Sul Carso nella zona di Monte San Michele e di San Martino del Carso, l’avversario, disperando di contrastare in  altro modo la nostra azione offensiva, spinse ieri sulle nostre linee dense nubi di gas asfissianti, alle quali fece seguire un violento contrattacco. Le nostre valorose truppe, sfidando gli elementi deleteri del gas, respinsero con magnifico slancio le colonne nemiche, infliggendo loro sanguinose perdite e prendendo 403 prigionieri”.
Sul fronte carsico, questa orribile azione con il gas asfissiante soffocò più di seimila soldati italiani.
Il gas adoperato dagli austro – ungheresi era conosciuto già dal 1886 ed era stato adoperato il 22 aprile 1915 dai francesi e non dai tedeschi, come si è sempre creduto, durante la seconda battaglia di Ypres nelle Fiandre, da cui il nome iprite, provocando migliaia di morti; questo gas si presentava sotto forma di un liquido poco volatile e molto persistente e che poteva permanere sul terreno per parecchi giorni avendo come sentore della sua presenza solo l’odore di cloro che emanava.

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