Madzialimoyo: 50 pozzi in Zambia

Andando a riscoprire le opere di misericordia corporale, “per risvegliare – durante questo anno giubilare straordinario, secondo il desiderio del Papa – la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”, nella circostanza ci soffermiamo sulla seconda: “Dar da bere agli assetati”. Un modo per ottemperare la quale è pensare a quanti nel mondo continuano, ancora nel terzo millennio, a morire di sete; evitando innanzi tutto gli sprechi di questo bene, del cui valore spesso non abbiamo piena percezione, e contribuendo con generosità a garantire acqua potabile a tutte lo popolazioni del pianeta.

Obiettivo che l’associazione Madzialimoyo – l’acqua è vita in chinyanja, una delle lingue dello Zambia – costituita 5 anni fa a Pieranica da Stefano Cappellini, che la presiede, sta perseguendo con grande tenacia e risultati alquanto lusinghieri. A oggi il gruppo – arrivato a una sessantina di soci, in prevalenza giovani – è infatti riuscito a realizzare 50 pozzi in altrettanti villaggi sperduti nella savana di quel Paese dell’Africa centro-meridionale.
Agli esordi i volontari – una decina – son partiti con l’intento di affiancare il compaesano padre Francesco Valdameri, missionario Monfortano, che aveva manifestato il bisogno vitale di avere dei pozzi in alcuni villaggi della sua missione a Calichero.
L’esperienza diretta ha profondamente segnato il gruppo, inducendo a proseguire l’impegno, strutturandosi in associazione onlus.

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