Diocesi: mons. Battaglia (Napoli), "stanno uccidendo la città". L'impegno di tutti per restituirla "alla sua vocazione di pace, accoglienza, solidarietà" "La scia di sangue che in questi giorni sta attraversando la città, procurando la morte a delle giovani vite e terrore e angoscia a interi quartieri, strade, famiglie, non può lasciarci indifferenti!". È il grido d'allarme lanciato oggi dall'arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia. "Sotto la croce della nostra città dobbiamo più che mai quest’oggi, insieme e senza distinzione di fede, politica, ruolo sociale ed istituzionale, stare in piedi, evitando di sdraiarci supini in attesa che qualcosa cambi da sola e di sederci, rassegnati e assuefatti a veder morire Napoli!", l'invito del presule che denuncia: "Stanno uccidendo Napoli! La sta uccidendo la camorra e il malaffare, con la violenza e la crudeltà di coloro che hanno dimenticato di essere umani! La sta uccidendo l’indifferenza di coloro che si voltano dall’altra parte, credendo di poter stare tranquilli, non immischiandosi e non prendendo posizione! La sta uccidendo la scarsa attenzione della politica, nazionale e locale, che pare essersi abituata al sangue versato in terra partenopea, considerandola alla stregua di un paese in guerra!". Ma non solo: "La sta uccidendo ciascuno di noi nella misura in cui fa finta di niente e dimentica che il presente e il futuro della nostra città dipende dall’impegno di tutti, dalla capacità che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunità, dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli 'io' impauriti e distratti nella forza di un grande “noi”, la cui carica profetica può essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra!". Rivolgendosi agli uomini di camorra, ai corrotti e ai collusi con la criminalità mons. Battaglia dice: "Ritornate ad essere umani! Convertitevi! Il vostro vescovo non si tirerà indietro nell’accogliere e accompagnare i passi della conversione e la rinascita umana di coloro che ascolteranno la propria coscienza e la parola del Vangelo, deponendo le armi, e intraprendendo percorsi di collaborazione con la giustizia!" Il presule invita "le tante madri di Napoli, soprattutto a coloro che vivono in quartieri e situazioni familiari difficili" a essere "strumento di conversione" per i figli, ad aiutare le "famiglie a ravvedersi", a essere "nuovamente grembo che genera vita e non complici di percorsi di morte!". "A tutte le istituzioni, alla società civile, agli uomini e alle donne di buona volontà, alla mia Chiesa partenopea" chiede "oggi più che mai di camminare insieme, superando l’individualismo e la diffidenza, lavorando uniti per restituire Napoli alla sua vocazione di città di pace, accoglienza, solidarietà!".Gigliola Alfaro