Diocesi: mons. Melis (Ozieri), "indignarsi sempre davanti al male, ma con lo stile del Vangelo" "Cari cristiani, indignatevi sempre davanti al male, ma con lo stile del Vangelo". A scriverlo è il vescovo di Ozieri, mons. Corrado Melis, in merito a come i media, in particolare la trasmissione televisiva "Report", hanno trattato l'"affaire Becciu". "Dopo più di 7 mesi - osserva il vescovo - c’è ancora lo stesso male che sembra non smettere di mordere il card. Becciu e quella porzione della Chiesa universale che tanta fiducia, rinnovata gratitudine e infinito affetto custodisce nel cuore nei confronti di don Angelino. In particolare, la gente di Pattada, del Logudoro e del Goceano, della Chiesa di Ozieri e della Sardegna tutta non se la beve così facilmente tutta quella fangosa e prepotente valanga di scoordinate informazioni, capziose interpretazioni di documenti e cattive interviste che puzzano tanto di zolfo". Davanti al "dramma messo in scena da una inferocita opinione pubblica", prosegue il presule, "questa diocesi persevera in una mite indignazione: ci fidiamo del nostro Fondatore che ha detto 'beati i miti, perché avranno la terra intera in eredità', mentre, a detta della Vergine sua e nostra Madre, potenti, superbi e ricchi sono dispersi, rovesciati e rimandati (cioè bocciati all’esame della vita)". Il vescovo prosegue: "Non smetto di ricevere messaggi di amici veri del cardinale che hanno percepito che, per l’ennesima volta, il tempo della prova è un tempo che nasconde benedizione per chi con gli occhi della preghiera intravvede già la spiga nel chicco calpestato, affossato, e fatto marcire nella terra. Persone semplici che guardano la tv, leggono i giornali, fanno un giro sui social, storcono il naso e tornano sempre lì: 'Eppure il cuore mi dice che c’è di mezzo lo zampino di qualche nemico!'. E allora giù preghiere, chiacchierate coi propri don e di nuovo preghiera. È l’indignazione mite, paziente e sapiente del popolo di Dio". Dopo aver risposto puntualmente alle accuse apparse su vari media, soprattutto a quelle avanzate da "Report", mons. Melis conclude: "Vi garantisco che in attesa dello Spirito scioglinodi il cuore è zeppo di tanti sentimenti aggrovigliati e incastrati l’uno con l’altro: dalla fame di giustizia all’affetto per don Angelino e i fratelli, dallo smarrimento alla gioia di vivere questo tempo con un Papa come Francesco che lascia a bocca aperta il mondo celebrando col cardinale nostro amico la Messa in Coena Domini, dall’indignazione alla mitezza, dalla rabbia alla fede sofferta, dal chicco marcio alla spiga dorata, dalla croce al sepolcro vuoto e alla Pentecoste".Gigliola Alfaro