La Chiesa di Francesco Il Messaggio del Papa per la Giornata dei Mass-Media (che si celebrerà nella solennità dell’Ascensione) pubblicato sabato scorso, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, avrà certamente fatto sobbalzare sulle sedie dei loro desk molti operatori della comunicazione. Papa Francesco, infatti, sembra abbia voluto richiamare il “giornalismo di una volta”, che è passato dai taccuini dei cronisti alle mail di agenzia, poi rivisitate e confezionate nelle redazioni dei giornali. Nel suo messaggio, infatti, il Papa usa una espressione spesso cara ai “nostalgici del giornalismo”, ma dai più ritenuta ormai superata dai nuovi parametri della comunicazione. “Consumare le suole delle scarpe”, dice Papa Francesco, richiamando un’espressione che in gergo vuol dire per il giornalista “andare sul posto”, verificare di persona, entrare nelle storie da raccontare. Sembra questo un invito del giornalismo d’altri tempi, quando il cronista andava davvero sul posto, quando si “raccontava” e soprattutto “testimoniava” la notizia, non solo nel suo “accadere”, ma soprattutto in tutta la dimensione sociale e culturale nella quale accadeva. Naturalmente le parole del Papa non vogliono contrapporre due modalità del comunicare e di fare giornalismo, in quanto sottolinea anche l’importanza dei moderni mezzi di comunicazione dei social se usati bene, ma il discorso si inserisce in un filo conduttore che parte dalle parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni, “Venite e vedete”, rivolte ai primi discepoli che desideravano conoscerlo. “Il giornalismo, come racconto della realtà – sottolinea il Papa – richiede la capacità di andare laddove nessuno va. Un muoversi e un desiderio di vedere, Una curiosità, un’apertura e una passione”. In realtà se confrontiamo gli ultimi “Messaggi” di Papa Francesco, in particolare quello per la Pace e quello per la Giornata del Malato, questo invito di “Venite e vedete” viene sottolineato più volte sia per quanto riguarda la “cura” della Pace sia per l’attenzione e la vicinanza alle persone che soffrono. Possiamo così facilmente individuare il “filo conduttore” che abbraccia questi ultimi messaggi del Papa, inseriti non solo nella specificità del tema che viene analizzato, ma soprattutto nella dimensione sociale e nella testimonianza cristiana dove queste tematiche vengono concretamente vissute. Per i giornalisti “consumare le suole delle scarpe”, per i costruttori di pace l’invito alla “educazione della cultura della pace”, per curare le persone malate la migliore terapia è la relazionalità. Facilmente possiamo capire che questo “filo conduttore” proposto ormai da tempo da Papa Francesco abbraccia tutta la sua dimensione magisteriale e pastorale. Per questo nessuno può far finta che queste parole siano indirizzate solo a categorie di persone, non sono destinate ad “altri” ma coinvolgono tutta la dimensione pastorale della Chiesa di Francesco. (*) direttore de "L'Araldo Lomellino" (Vigevano)Emilio Pastormerlo (*)