Diocesi: mons. Parisi (Lamezia) agli studenti, "restate vigili, lucidi, reattivi, proattivi" per "saper leggere il contesto" “Permettetemi di essere dei Vostri nel momento in cui prende vita questo nuovo anno scolastico”. Inizia così il messaggio che il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, rivolge agli studenti all’inizio dell’anno scolastico che, in Calabria, prende avvio oggi. Il presule vuole consegnare un “attrezzo” utile per il nuovo anno scolastico. E’ un “attrezzo immateriale”, spiega: “non si tocca né si vede”. E’ “la connessione che vorrei aveste tra cervello, cuore, occhi e mani. Non come quella che maneggiate ogni giorno, in ogni ora, per restare connessi con ‘il mondo’. Penso invece, come dono, alla connessione interna che abita dentro ciascuno di Voi e che Vi garantisce, quando state bene, di restare vigili, lucidi, reattivi, proattivi e non resilienti padroni della Vostra volontà e della capacità di autogovernarvi”. Per il presule lametino “solo se questo sistema di connessione – o, per meglio dire, di ‘inter-connessione’ – resta funzionante, sarete in grado di  fronteggiare altre connessioni e di raggiungere gli obiettivi prioritari, al netto di quelli che molto spesso sono orientati allo sfruttamento e al cumulo spietato del lucro di chi gestisce tali sistemi e potrete farlo senza restarne ‘stirati’, manipolati e violentati dal potenziale dirompente di questa tecnologia che, fra l’altro, rischia di favorire – se non proprio determinare – la privazione della interazione umana”. L’invito di mons. Parisi è quello di “restare lucidi e capaci di leggere sempre, fino al nostro ultimo respiro, il contesto". Mons. Paris invita a pensare ai numerosi servizi come quelli che, ad esempio, “ci fanno arrivare la pizza a casa, o altra merce ordinata: essi si servono di algoritmi che calcolano i tempi di consegna per i rider – ragazzi poco più grandi di voi – che con il motorino fanno le consegne a qualsiasi ora per guadagnare qualcosa. L’algoritmo non tiene conto dei bisogni più umani e scontati che anche tu, che mi leggi, hai. Ordina i ritmi e l’uso dei minuti trasformando i dipendenti in robot". E poi la discussione “molto accesa” in questo periodo su alcuni temi cruciali quali, ad esempio, “la trasparenza e l’equità nella progettazione di queste tecnologie, la responsabilità nelle decisioni ‘autonome’ delle macchine, la regolamentazione legale e le problematiche giuridiche e, sul piano religioso, la sfida circa i concetti di anima e di coscienza e, infine, la dimensione etica di un ‘ragionamento’ – perché di questo si tratta – di per sé prevedibile in quanto preimpostato e predisposto, e perciò per nulla creativo come deve essere una vera ‘intelligenza’”. Eppure – scrive - la cosiddetta intelligenza artificiale, più brevemente e velocemente I.A., che “anche tu guarderai con interesse crescente in questo nuovo anno scolastico, che della logica degli algoritmi fa la sua sostanza, è alla base di accadimenti come quello detto con l’esempio dei rider. A te voglio consegnare, proprio per tale motivo, la raccomandazione di tener sempre funzionante la connessione di cui parlavo all’inizio, per saper gestire tutte le altre connessioni, anche quelle che portano dritte all’I.A”. Ecco perchè è importante “restare lucidi e capaci di leggere sempre, fino al nostro ultimo respiro, il contesto. È la lettura del contesto il tratto prezioso e irripetibile che connota il sano fare degli uomini, che mette insieme la capacità di leggere dentro le cose, collegando cervello, cuore, occhi e mani. Questo significa intelligenza”.Raffaele Iaria