Diocesi: Lucca, mons. Paolo Giulietti, “fidiamoci di Dio, senza inutili nostalgie o ideologie” “Fidiamoci di Dio, senza inutili nostalgie o ideologie”: è il monito lanciato dall’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti, che stamattina ha presieduto, in cattedrale, il Pontificale per l’Esaltazione della Santa Croce, concelebrante anche il lucchese mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e Pescia. Come da tradizione, riferisce una nota della diocesi, si è ripetuto l’incendio della stoppa al momento del Gloria, “a significare la vanità delle cose terrene”. Nell’omelia, mons. Giulietti ha indicato nella fiducia in Dio “la sola possibilità di superare le nostalgie del passato e la superbia del voler fare tutto da soli”. “Innanzi tutto – ha detto - c’è la nostalgia, facciamo fatica ad accettare il tempo di oggi, e rimpiangiamo un passato che ci sembra più tranquillo, fecondo e ricco. Com’era bello quando non c’erano i problemi. E magari non ci ricordiamo che i problemi c’erano anche una volta. E non tutto quello che oggi sembra luccicante, di virtù e d’efficacia era davvero così. E questa nostalgia diventa uno dei tanti fattori di mormorazione, cioè di sfiducia d’incapacità di affrontare l’oggi che è il solo tempo che abbiamo nelle nostre mani”. Altro atteggiamento è la superbia che fa dire che “ce la possiamo fare da soli, abbiamo tanti strumenti, tante risorse, e questo lo dico per la nostra società e per la nostra Chiesa. Pensiamo di potercela fare da soli e scopriamo che non è vero. Tutti i nostri strumenti, per quanto siano potenti, tutte le nostre risorse, per quante siano abbondanti, non risolvono i problemi”. E dunque ha spiegato Gulietti, “la causa del problema siamo noi con le nostre nostalgie, le nostre ideologie che ci fanno andare in avanti confidando in noi stessi. Per evitare lo smarrimento e lo scoraggiamento dobbiamo guardare il segno del Crocifisso e risorto. Questo segno ci dice che bisogna fidarsi di Dio: Gesù va sulla croce in obbedienza al Padre. E questa fiducia apparentemente stolta e debole agli occhi del mondo, assurda rispetto ad ogni ideologia, incapace di imporre la forza che si immagina residente nel passato, ecco questa obbedienza è davvero la salvezza. Da questa fiducia obbediente del Figlio dell’uomo che sale sulla croce affidando la propria esistenza al Padre ci viene la salvezza”.Daniele Rocchi