Diocesi: mons. Checchinato (Cosenza-Bisignano), "abbiamo bisogno di porci in una posizione di accoglienza. E questo significa anzitutto mettersi in ascolto" "Abbiamo un grande impegno, in questo tempo della nostra storia e in quest'area della nostra appartenenza geografica, di custodire le parole della Scrittura, per le quali non siamo più né stranieri né ospiti ma concittadini dei santi. Siamo piuttosto tutti fratelli e sorelle". Lo ha detto questa mattina mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, intervenendo a Tropea (Vv) alla vacanza-studio organizzata dall'Ufficio famiglia della diocesi dal titolo "Con occhi diversi". "Spesso pensiamo alla crescita, alla maturazione, al progresso come a una necessaria evoluzione. Invece si può anche regredire, si può essere faro di civiltà e dopo qualche secolo diventare testimonianza di abbrutimento pesante", ha detto il presule bruzio con riferimento al tema dell'accoglienza, al centro delle riflessioni del fine settimana di incontri. "Tutti facciamo l'esperienza dell'estraneità, è importante fare i conti con i nostri pregiudizi", ha osservato mons. Checchinato. Ma "abbiamo bisogno di uscire dalla logica che ci chiude nel nostro pensiero, che ci fa avere tutte le risposte pronte. Abbiamo bisogno di confrontarci con pensieri e realtà nuove". Difatti, "ciò che è differente, estraneo e, quindi, stranier, ci mette paura. Invece abbiamo bisogno di porci in una posizione di accoglienza. E questo significa anzitutto mettersi in ascolto".Fabio Mandato