Diocesi: Lanciano-Ortona, da domani al palazzo arcivescovile la mostra sulla transumanza “Settembre, andiamo. È tempo di migrare”: è il titolo della mostra in omaggio alla transumanza che sarà inaugurata domani, domenica 8 settembre, alle ore 16, nelle sale espositive del palazzo arcivescovile di Lanciano in Largo dell’Appello con un intervento di mons. Emidio Cipollone, arcivescovo di Lanciano-Ortona e la performance musicale del maestro Mario Canci. “Un mondo antico quello della transumanza che viene raccontato dagli artisti nella mostra in modi diversi: la pittura, la fotografia, il mosaico, la vetrata, il merletto e la tessitura, il pellame fino a terminare con alcune testimonianze materiali legate alla transumanza, come l'abito del pastore messo gentilmente a disposizione dal professore dell’università D’Annunzio Francesco Stoppa – spiega una nota della diocesi -. Modi diversi per raccontare lo spostamento stagionale del bestiame tra i pascoli invernali e quelli estivi, una pratica millenaria che ha costituito l’asse portante dell’economia regionale, influenzando aspetti sociali, politici, architettonici, paesaggistici, usi e costumi, tradizioni, modi di pensare e linguaggio tanto che molti studiosi non a torto parlano di ‘civiltà della transumanza’”. “La mostra, in analogia con il tema, è stata concepita in modo itinerante”, spiega l’archeologa Lucia Tognocchi curatrice della mostra. “Dopo le esposizione svoltesi con successo nei mesi scorsi a L'Aquila e a Rocca di Mezzo, le opere saranno trasferite a Lanciano dove rimarranno in mostra nelle sale espositive del palazzo arcivescovile dall'8 al 22 settembre con apertura il venerdì ore 15-18, il sabato e la domenica 9.30-12.30 e 16.00-19. L'esposizione sarà accompagnata da alcune visite guidate che si svolgeranno sabato 21 settembre di mattina e domenica 22 di pomeriggio nel Museo diocesano con un percorso studiato alla scoperta dei santi legati alla transumanza”. “Una mostra che può essere un input per riflettere e valorizzare la transumanza che non era un semplice fenomeno di spostamento, ma un momento di forte aggregazione e di confronto con le tradizioni, la cultura e la religiosità dei popoli coinvolti che, da sempre, hanno legato la loro vita alla pastorizia transumante”, commenta l’arcivescovo Cipollone. “La vita, nel mondo pastorale, era molto difficile e metteva a dura prova gli animali ma soprattutto le persone e le famiglie che trovavano, nell’invocazione della protezione divina e nella preghiera, la forza necessaria per affrontare i rischi del viaggio e i sacrifici del mestiere. Per questo, la religione e la spiritualità ricoprono un ruolo a dir poco fondamentale testimoniato dal fatto che, lungo i tratturi, nei secoli, sono sorti cippi, croci stazionali, edicole votive, santuari, chiese e cappelle, caratterizzati da un’arte strettamente legata al mondo pastorale. La religiosità, inoltre, si è sviluppata, anch’essa, in relazione alla transumanza visto che i rapporti fra Puglia e Abruzzo hanno creato uno scambio, quasi una sorta di gemellaggio, fra i vari paesi e le varie comunità, tanto che sono moltissimi i paesi abruzzesi di montagna (come Pescasseroli, Villavallelonga, Rocca di Cambio) che hanno adottato, come protettori, i cosiddetti santi d’acqua come San Nicola di Bari e San Leucio di Brindisi, la Madonna Incoronata di Foggia e San Michele Arcangelo del Gargano. Questa realtà è presente anche nella nostra diocesi e, solo come esempio, indico Santa Maria Imbaro che, già, nel nome, fa riferimento alla transumanza: Santa Maria sulla via per Bari. Poi, non posso non ricordare – conclude l’arcivescovo - che anche la Sacra Scrittura, ci parla di pastori e di greggi che si spostano in cerca di salvezza e di vita e che Abramo, nostro padre nella fede, Mosè, il liberatore del popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto, e Davide, il re più forte ed importante, erano tutti pastori. E che lo stesso Gesù si è definito come il pastore bello che conosce le sue pecore una ad una e che dà la vita per loro”.Gigliola Alfaro