L'anno scolastico e il gioco di squadra Accompagnata da proteste e mugugni per l’assegnazione di cattedre e supplenze (e in alcuni plessi per l’inserimento a singhiozzo dei “primini”), la complessa macchina della scuola si è rimessa in moto. Fra pochi giorni, bambini e ragazzi torneranno nelle aule e l’anno scolastico prenderà ufficialmente il via. Con i docenti in prima linea, certo. Chiamati a insegnare le loro materie ma anche, come sottolinea il sociologo Paolo Crepet, a “educare”, nel senso di tirare fuori il talento che è in ciascun allievo. Con gli studenti invitati a non sprecare quella grande occasione rappresentata dall’imparare cose nuove e dal poter socializzare con compagni e coetanei. Con i dirigenti scolastici che, fra tanti ostacoli, hanno il compito di dare nuova linfa al proprio istituto. Con i genitori e le famiglie, ai quali va restituito quel ruolo educativo che troppo spesso hanno delegato alla scuola, agli oratori, alle associazioni, alle mille attività sportive e di aggregazione. Insomma, mai come di questi tempi, per ottenere buoni e concreti risultati occorre un gioco di squadra. Una squadra nella quale tutti sono protagonisti.Mauro Facciolo