Fondazione Missio: don Vitali (teologo), "sinodalità e missione, diritto e rovescio della stessa medaglia che si chiama Chiesa" (Assisi) La messa presieduta da mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi, ha aperto la terza giornata di spiritualità e di formazione promossa dalla Fondazione Missio nella città umbra (29 agosto-1 settembre). Tema di fondo è “Ai crocicchi delle strade. Andate e invitate”, che anticipa quello della Giornata missionaria mondiale di ottobre. Come sempre, i lavori sono stati introdotti da una lectio della teologa Laura Verrani (nella foto). A seguire una tavola rotonda con diverse voci delle missioni. Nel pomeriggio lettura guidata della “Biblia pauperum” della basilica di san Francesco. Le giornate sono scandite anche da altri momenti di riflessione e preghiera, da diverse testimonianze, anche on line, dalle missioni ad gentes, proposte culturali. Nell’ultima giornata di domani, dopo la messa, ultima lectio di Verrani e conclusioni a cura di don Giuseppe Pizzoli, direttore di Missio. “Se vogliamo essere discepoli missionari, dobbiamo essere persone che collaborano. Questo non significa partecipare a infinite riunioni, unirsi a comitati, ma intraprendere un cammino in comune con gli altri, riconoscendo il ruolo di ciascuno. La collaborazione deve avvenire nelle nostre parrocchie, organizzazioni, famiglie, movimenti, con apertura ai suggerimenti dello Spirito Santo, umiltà, dialogo e flessibilità”. Lo ha sottolineato nella giornata di ieri suor Roberta Tremarelli, già segretaria generale della Pontificia Opera santa infanzia, perlando dello “Stile di azione del discepolo missionario”. “Siamo tutti apprendisti discepoli missionari, in un processo che dura tutta la vita – ha detto suor Tremarelli –. Infatti un discepolato missionario fruttuoso richiede che continuiamo a imparare e crescere nella nostra fede, in modo da poter parlare agli altri del nostro rapporto con Cristo e del motivo per cui scegliamo di vivere una vita radicata nel Vangelo”. A sua volta don Dario Vitali (al centro nella foto), teologo, consultore della segreteria generale del Sinodo, ha messo in luce la stretta relazione tra missione e sinodalità che introduce all’appuntamento del Cammino sinodale del prossimo mese di ottobre. “Per essere buoni missionari bisogna essere buoni membri della Chiesa. Sinodalità e missione sono il diritto e il rovescio della stessa medaglia che si chiama Chiesa – ha spiegato don Vitali –. La Chiesa è il Popolo di Dio (clero e laici) che annuncia, con una forza che deriva dall’essere battezzati col dono dello Spirito”. Occorre “mettere insieme sinodo e missione, per vivere un cristianesimo consapevole e missionario”. La tavola rotonda “Ai crocicchi delle strade della vita” condotta da Paolo Annechini, giornalista di Popoli e Missione e Noticum, è stata aperta da don Lucio Nicoletto, fidei donum di Padova in Brasile, neo vescovo della diocesi di Sao Felix di Araguaia, in collegamento dal Brasile, che ha parlato della vita in quella che è chiamata “la Valle dei dimenticati, afflitta dall’agrobusiness, dagli interessi del latifondismo, delle culture intensive di soie e cotone. In questa periferia esistenziale, teatro di grandi lotte, la Chiesa locale è diventata testimonianza viva di carità e giustizia nell’annuncio del Vangelo”. Don Tommaso Nava, fidei donum di Milano a Pucallba nell’Amazzonia peruviana, ha testimoniato come il suo crocicchio sono “le sue povertà, a partire dalla lingua, dal contesto umano nuovo, dalle situazioni difficili, estreme che portano la gente alla disperazione”. Suor Nora, albanese, della comunità delle Piccole Suore della Sacra Famiglia in servizio nella parrocchia di San Francesco d’Assisi a Carpi, ha ricordato la giovinezza nel suo Paese, fino agli anni Novanta. “Un Paese ateo. La mia famiglia ha subito persecuzioni religiose. Ora vivo la sfida di essere al servizio delle persone a Carpi, tra i bambini in maggioranza musulmani”. Anche la consorella suor Cristine, dal Togo, ha parla dei suoi crocicchi, spiegando “l’importanza delle relazioni umane per vivere bene l’avventura della missione”. Al microfono anche Mauro Marangoni e Chiara Bolzanella, una coppia missionaria della diocesi di Padova, accompagnata da quattro dei cinque figli: “Siamo sognatori inquieti, in Kenya come fidei donum della diocesi di Padova, con la nostra umanità e il nostro cuore convertito alla fraternità e all’accoglienza. Sperimentiamo ogni giorno la fraternità di chi ci è vicino e ci ama con i nostri limiti. Non dimentichiamo che la parola crocicchio contiene la parola croce e quando incontriamo l’altro dobbiamo farcene carico in tutta la sua complessità”.Gianni Borsa e Miela Fagiolo D’Attilia