Diocesi: Milano, sul mensile “Il segno” dossier “Doposcuola totale” sullo studio pomeridiano. Oratori in prima fila “Finite le lezioni in classe, i pomeriggi sono sempre più lunghi (e solitari) per i ragazzi. È un’altra delle tendenze acuite dalla pandemia. Rinchiusi in camera, ripiegati sui social, solo poco più di un quarto degli 11-14enni e il 30% dei 15-17enni nel 2023 dichiarava di vedere tutti i giorni i propri amici. Dati molto distanti rispetto al 70% della generazione precedente”. Tuttavia, spiega la redazione del mensile della diocesi di Milano, “Il Segno”, una controtendenza sembra emergere con forza: “sempre più giovani e giovanissimi esprimono l’esigenza di ritrovarsi per studiare, ma non nella propria casa, giudicata troppo distraente. Vanno bene vari spazi comuni, come biblioteche, bar, co-working. Il luogo più ricercato è proprio la scuola, insieme all’oratorio”. Solo che, come evidenziano gli esperti intervistati nell’inchiesta di copertina del numero di settembre, “i ragazzi non cercano più il ‘semplice’ aiuto per fare i compiti, ma chiedono anche gioco, sport e soprattutto occasioni di incontro e di socialità su tempi più lunghi e distesi”. Una sorta di “doposcuola totale” su cui concordano la rete degli oratori ambrosiani (che di doposcuola attrezzati ne conta 300, molti dei quali in fase di profondo adattamento), l’area minori della Caritas e alcuni istituti scolastici della diocesi che stanno attrezzando i propri spazi per ospitare gli studenti anche dopo l’orario ufficiale. Tra le ricche pagine dedicate a commenti e rubriche, in questo numero si leva la voce di Enzo Balboni riguardo al progetto di legge sul premierato. L’ex docente di Diritto costituzionale alla Cattolica mette in guardia dalle “derive autoritarie” affermando che la proposta dell’attuale maggioranza è non solo “di parte” (“non si fanno riforme a dispetto”), ma “stravolgerebbe con una torsione leaderistica la nostra forma di governo democratico parlamentare”.Gianni Borsa