Diocesi: Caritas Potenza, intesa con la casa circondariale per impiegare detenuti in lavori socialmente utili È stato firmato nei giorni scorsi a Potenza un protocollo d'intesa tra la casa circondariale di Potenza “Antonio Santoro”, rappresentata dal direttore Paolo Pastena, e la Caritas diocesana di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, rappresentata dal direttore Marina Buoncristiano, avente ad oggetto un sano e proficuo reinserimento sociale dei condannati e degli internati favorendo lo svolgimento di lavori socialmente utili o di pubblica utilità volontaria e gratuita durante l'espiazione della pena o della misura di sicurezza, anche al fine di garantire l'acquisizione di competenze e conoscenze professionali utilmente spendibili nella delicata e fondamentale fase post-detentiva. La Caritas diocesana ha dato piena disponibilità delle proprie sedi o di luoghi e strutture presso cui la Caritas opera stabilmente come parrocchie, oratori, associazioni di volontariato e onlus, associazioni sportive, comitati e associazioni di solidarietà familiare. Dalle attività di manutenzione, pulizia e cura del magazzino diocesano, sito in contrada Santa Loja a Tito, a quelle a vantaggio del decoro del Centro di aggregazione e accompagnamento per la famiglia “A Casa di Leo” a Potenza (quartiere Bucaletto) passando per la manutenzione delle biciclette presso la ciclo-officina in collaborazione con l’Associazione CiclOstile Potenza Bucaletto a piccoli lavori di manutenzione edilizia, pitturazione e idraulica, cura del verde e degli spazi interni ed esterni delle parrocchie e degli oratori della città della diocesi: sono queste ed altre le attività previste dal documento, in piena conformità con quanto disposto nel Provvedimento di ammissione al lavoro approvato dalla Magistratura di sorveglianza di Potenza. La Caritas diocesana, al tempo stesso, si impegna a fornire i necessari Dpi e ad assicurare la predisposizione delle misure necessarie a tutelare i soggetti ammessi al lavoro e ad attivare le dovute comunicazioni all'Inail e/o agli enti preposti con la copertura assicurativa per la responsabilità civile nei confronti dei terzi. "Questo protocollo nasce dall'esigenza di umanizzare il percorso di reinserimento dei detenuti, una sfida delicata ma al tempo stesso stimolante. Il lavoro nobilita l'uomo e nel caso di persone con un passato difficile e con storie complesse alle spalle il lavoro rappresenta uno stimolo risocializzante in un percorso relazionale e formativo per l'acquisizione di nuove competenze propedeutiche al futuro inserimento in società e nel mondo del lavoro", afferma il direttore di Caritas diocesana. "I principi sanciti dalla nostra Costituzione rappresentano una bussola e ringrazio il direttore Pastena per lo spirito collaborativo e l'impegno profuso nella sottoscrizione di un'intesa che sono certa porterà ad ottimi risultati", conclude Buoncristiano.Gigliola Alfaro