Garante diritti persone private libertà: don Grimaldi (cappellani carceri), "impegno di D'Ettore verso detenuti lascia un segno indelebile" “In questo momento di profondo dolore per la prematura scomparsa del carissimo Felice Maurizio D’Ettore, desidero esprimere, a nome dell'Ispettorato dei cappellani nelle carceri italiane e di tutti gli operatori pastorali dei nostri istituti, la nostra più sincera vicinanza a tutta la sua famiglia. La sua dedizione e il suo impegno per i diritti dei detenuti hanno lasciato un segno indelebile nelle nostre comunità e nelle vite di coloro ai quali si è dedicato con umanità e compassione. La sua eredità resterà viva nei diritti che ha difeso e nella memoria di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. Le sue battaglie continueranno a ispirarci nel nostro cammino verso un mondo più giusto e umano”. Lo scrive, in un messaggio di cordoglio, don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane, per la scomparsa, due giorni fa, di Felice Maurizio D'Ettore, presidente del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (Gnpl). “In onore della sua memoria, innalziamo al Dio della Vita preghiere e suppliche per la sua anima benedetta, affinché possa trovare pace e serenità nell'eternità. Il suo delicato servizio verso coloro che sono privati della loro libertà personale, la sua disponibilità, generosità e umiltà, hanno distinto il suo appassionato servizio; la sua improvvisa dipartita - prosegue don Grimaldi - lascia un grande vuoto anche nella realtà delle istituzioni. Come credenti affermiamo che Dio a nessuno toglie la vita, ma la trasforma in vita immortale. Anche a lui, il Signore che è ricco di misericordia, dirà: ‘Vieni servo buono e fedele per ricevere il premio di gloria’. Con questa certezza che riempie il cuore di vera speranza, anche noi, come afferma il Vangelo, diciamo: ‘Non cercate tra i morti colui che è vivo, non è qui, è risorto’”. L’ispettore generale conclude: “La morte di una persona cara non solo riempie il cuore di dolore e di smarrimento, ma diventa anche una consegna per continuare l’opera da lui iniziata. Il Signore della Vita, che guida la nostra storia e ci invita alla Santità, possa accogliere nostro fratello Felice Maurizio nella Gerusalemme celeste, per vivere per sempre tra le braccia del nostro Padre Misericordioso”.Gigliola Alfaro