Papa Francesco: all’International Catholic Legislators Network, “rinunciare alla guerra come mezzo per risolvere i conflitti” Papa Francesco ha ricevuto oggi in udienza i partecipanti al XV Incontro promosso dall’International Catholic Legislators Network, in corso a Frascati (Roma) dal 22 al 25 agosto. Il tema dell’incontro di quest’anno è “Il mondo in guerra: crisi permanenti e conflitti – Cosa significa per noi?”. Tema “quanto mai attuale – ha subito commentato il Pontefice –. La presente situazione di ‘terza guerra mondiale combattuta a pezzi’ – ma c’è, la terza guerra mondiale – sembra permanente e inarrestabile. La crisi in corso minaccia seriamente i pazienti sforzi compiuti dalla Comunità internazionale, soprattutto attraverso la diplomazia multilaterale, al fine di incoraggiare la cooperazione nell’affrontare le gravi ingiustizie e le pressanti sfide sociali, economiche e ambientali che la famiglia umana si trova ad affrontare. E questo è così, non esagero”. “Qual è, allora, la risposta che ci si attende, non solo da parte dei legislatori, ma di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, particolarmente di quelli ispirati da una visione evangelica dell’unità della famiglia umana e della sua vocazione a costruire un mondo – a coltivare un giardino (cfr Gen 2,15; Is 61,11) – caratterizzato da fraternità, giustizia e pace? Questa è la domanda. Permettetemi di proporre alcuni spunti alla vostra riflessione”. Bergoglio ha aggiunto: “Primo: l’imperativo di rinunciare alla guerra come mezzo per risolvere i conflitti e stabilire la giustizia. […] La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”, come si legge nell’enciclica Fratelli tutti. “La resa non è di un Paese nei confronti di un altro, la resa è la guerra stessa. È davvero una sconfitta. In effetti, l’enorme capacità distruttiva degli armamenti contemporanei ha di fatto reso obsoleti i tradizionali criteri di limite della guerra. In molti casi, la distinzione tra obiettivi militari e civili è sempre più inconsistente. Le nostre coscienze non possono non commuoversi per le scene di morte e distruzione che quotidianamente abbiamo davanti agli occhi. Abbiamo bisogno di ascoltare il grido del povero, delle vedove e degli orfani di cui parla la Bibbia, per vedere l’abisso di male che sta nel cuore della guerra e per decidere con ogni possibile mezzo di scegliere la pace”.Gianni Borsa