Olimpiadi 2024: don Lackner (guida spirituale), “gli atleti sono un modello per i cristiani quando si tratta di perseguire obiettivi” “I Giochi Olimpici non sono stati solo un grande evento che ha unito i popoli, ma anche un grande evento che ha unito le religioni”. È questo il riassunto che il pastore olimpico e paralimpico austriaco Johannes Lackner ha tracciato del grande evento sportivo di Parigi che si è concluso domenica. In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Kathpress, Lackner ha sottolineato l’importanza della religione e della fede nei giochi nella Francia laica, dove è netta la separazione tra Stato e religione. Ai Giochi il sacerdote, nativo di Kitzbühel, faceva parte di un team internazionale di 40 pastori, che lavoravano come accompagnatori spirituali nel cosiddetto “Centro multireligioso” del Villaggio Olimpico. Ha descritto gli incontri con i credenti, l’Imam olimpico, i pastori indù e altri rappresentanti spirituali, come “testimonianze di ecumenismo e di amicizia interreligiosa”. Nel centro religioso Lackner ha celebrato anche messe per la squadra austriaca e in inglese per gli ospiti internazionali. Nessuno degli atleti austriaci tornerà a casa senza una medaglia”, ha spiegato Lackner con un sorriso il giorno dopo la cerimonia di chiusura. Il sacerdote, che ha fornito sostegno spirituale agli atleti locali, li ha benedetti prima delle gare e ha distribuito la “Medaglia Miracolosa” di santa Catherine Labouré: “I Giochi Olimpici non sono solo una questione di medaglie. Tutti i partecipanti sono anche un modello per i cristiani quando si tratta di perseguire obiettivi”, ha affermato Lackner. Tra incontri spirituali e partecipazione alle gare, il sacerdote di solito dormiva solo tre o quattro ore per notte. Ha anche fatto visita ai velisti di Marsiglia ed è stato felice di aver visto la vittoria austriaca dell’oro nella competizione 470 con la coppia di velisti Lara Vadlau e Lukas Mähr. Lackner si prepara ora per le Paralimpiadi che si svolgeranno a Parigi dal 28 agosto all’8 settembre: ritiene che siano “particolarmente gli atleti paralimpici a dare una testimonianza di speranza e di coraggio” perché “dimostrano come l’impegno sportivo aiuti a superare difficoltà apparentemente insormontabili”.Massimo Lavena