Ecumenismo: Sae, "responsabilità, nonviolenza ed ecologia, cura, ringraziamento" tra le parole chiave dei gruppi di studio Un’attività significativa nelle Sessioni di formazione ecumenica del Sae è quella che si svolge nei gruppi di studio e nei laboratori dove, a partire dalle proposte di una triade interconfessionale che conduce e modera gli incontri, avviene l’ascolto delle proposte, il confronto, lo scambio di riflessioni e il suggerimento di nuove pratiche. Nella 60ª edizione sono stati istituiti sei gruppi di studio (“Costruire sostenibilità”; “Ambiente, religioni, culture”; “Ecospiritualità”; “Educarsi a essere creature”; “Giustizia, pace, salvaguardia del creato”; “Pastorale del creato”) e un laboratorio (“Corpi, cioè creature”) che hanno lavorato in quattro sessioni e al termine della settimana hanno restituito in plenaria le loro esperienze attraverso parole chiave. Da tutti i contesti è emersa una forte creatività e un profondo coinvolgimento. Dal laboratorio è emersa una restituzione attraverso i linguaggi dei corpi. Tra le parole chiave è emersa, nel gruppo 1, la responsabilità, all'interno di una prospettiva circolare dove il Creato è affidato da Dio stesso all’umanità che ha il compito di proteggerlo. La bellezza è stata declinata in relazione al Creato e come vicinanza a Dio. I membri del gruppo hanno sollevato la necessità di valorizzare le relazioni e l’importanza della cooperazione. Si sente l’urgenza di un cambio di paradigma, soprattutto dal punto di vista sociale ed economico. Nelle scuole andrebbe introdotta l’educazione ecologica; le amministrazioni locali e la cittadinanza dovrebbero sviluppare e valorizzare il verde urbano. Nel gruppo 2 sono emerse le parole nonviolenza ed ecologia, quest’ultima anche rispetto alle ricadute della guerra. Si è auspicato un disarmo delle religioni. Alcuni hanno avanzato la preferenza di utilizzare, invece di creazione, il termine natura, perché più laico e inclusivo. Il gruppo 3 ha lavorato sull’immaginazione creatrice e sul risveglio dei sensi come percorsi spirituali attraverso cui arrivare a Dio. Vedere, assaporare, gustare sono atti che riconducono al Creatore. Il cambiamento antropologico auspicato ha le radici nella conversione che viene dalla memoria di ciò che Dio ha fatto per l’umanità. I portavoce del gruppo 4 hanno dichiarato: “Abbiamo vissuto la dimensione della fiducia e della cura. Abbiamo celebrato la vita”. Nella restituzione sono emerse le parole fragilità e gratitudine. Il gruppo 5 ha posto l’accento sulla complessità del mondo naturale e sociale, sull’interdipendenza e sulla responsabilità nella doppia accezione di concretezza e affidamento. Sono stati portati esempi di giustizia equa calata nella vita quotidiana. È stato sottolineato il valore dell’utopia per poter immaginare un mondo nuovo. Nel gruppo 6 è stata evidenziata la parola ringraziamento ed è emersa la necessità di sviluppare comunità ecologiche. È evidente, in una società molto performativa, il bisogno di rallentare imparando dai ritmi più lenti della natura. Tra i risultati raggiunti in campo ecologico è stato citato l’ottenimento della certificazione “Il Gallo verde” da parte della Chiesa valdese di Milano per le pratiche messe in atto per contenere i consumi energetici, evitare lo spreco e l’uso della plastica nelle attività comunitarie. Un gruppo speciale, non in elenco, è stato quello di bambine, bambini, ragazzi e ragazze, accompagnati da un’animatrice, che hanno vissuto la sessione in spazi, tempi e attività loro dedicati. Non è mancata la loro restituzione attraverso uno spettacolo di marionette che hanno realizzato anche con l’aiuto del burattinaio e teologo Marco Campedelli.Gigliola Alfaro