Diocesi: mons. Maniago (Catanzaro), "mettere a servizio della società e del bene dei cittadini le nostre capacità e i nostri talenti" La celebrazione della festa patronale di san Vitaliano, "ci aiuti a prendere sempre più consapevolezza del compito ricevuto di mettere a servizio della società e del bene dei cittadini tutto noi stessi, le nostre capacità e i nostri talenti". Lo ha detto oggi l'arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, nella solennità di San Vitaliano, patrono della diocesi e della città di Catanzaro. Durante la celebrazione eucaristica il presule, alla presenza delle autorità civili e militari, dei presbiteri, dei diaconi e dei fedeli ha sottolineato che "il rischio di diventare cristiani inutili, comunità anonime, dovrà stimolare ogni discepolo a verificarsi e a impegnarsi con slancio. Una comunità cristiana che non sia tale non serve a nulla. Una pratica religiosa e una istituzione che funzioni solo in modo formale non raggiunge il suo scopo". Per l'arcivescovo calabrese "l’azione dei discepoli deve essere in linea con quella di Gesù. Le buone opere devono essere compiute senza esibizionismo, ma anche senza mimetizzarsi, cioè senza timore di essere visti". Ci si domanda spesso quale sia l’identità del cristiano. "Gesù da la sua risposta", dice mons. Maniago: "essere immersi nel mondo, per darvi sapore: non quindi separati, divenuti ghetto, staccati dalla vita e dalla storia"; "essere poveri, miti, assetati di giustizia, puri, perseguitati: le beatitudini, che precedono questi versetti (Mt 5,1-12), indicano a quale prezzo i cristiani saranno sale e luce nel mondo"; "essere capaci di rendere trasparente la testimonianza, quindi senza barriere istituzionali, senza formalismi che bloccano il dialogo, senza compromessi che rendono ambiguo il messaggio". Oggi "festeggiamo il nostro San Vitaliano" che è stato per il suo tempo “sale e luce” e "continua a essere oggi come patrono della nostra diocesi e della nostra Città, 'sale' insegnandoci a tenere lontani dalla società i pericoli, i germi corrosivi che inquinano la vita delle persone, e a resistere al degrado morale, al peccato, testimoniando i valori dell’onestà e della fraternità, senza cedere alle lusinghe mondane dell’arrivismo, del potere, della ricchezza; e san Vitaliano continua a essere per noi, oggi, 'luce' incoraggiandoci a vivere la nostra fede al di fuori di spazi ristretti, contribuendo a eliminare i pregiudizi, a eliminare le calunnie, e a far entrare la luce della verità nelle situazioni viziate dall’ipocrisia e dalla menzogna. Si tratta di una irradiazione che può derivare anche dalle nostre parole, ma deve scaturire soprattutto dalle nostre 'opere buone'".Raffaele Iaria