Equipes Notre-Dame: aperta la XIII edizione del Raduno Internazionale. Mons. Repole (Torino), "il vostro movimento testimonia che esiste una via possibile e gioiosa per le coppie" Si è aperta la XIII edizione del Raduno Internazionale delle Equipe Notre-Dame. Un momento emozionante e solenne che ha coinvolto tutti i partecipanti. Con ordine, e grazie all'aiuto dei volontari e degli equipiers, alle 16.10 la cerimonia di apertura ha avuto il suo inizio condotta da Gabriella e Achille Gallo della equipe di coordinamento di Torino 2024. Si sono esibiti i cantori e giovani musicisti, gli sbandieratori di Alba e poi la sfilata con le bandiere degli oltre 80 Paesi presenti. Tutti hanno cantato l’inno. I saluti istituzionali sono stati pronunciati dai responsabili internazionali Clarita e Edgardo Bernal, con il benvenuto alle coppie provenienti da tutto il mondo, l’arcivescovo di Torino mons. Roberto Repole che ha affermato: “Voi rappresentate una risposta a questa domanda. Il vostro movimento testimonia che esiste una via possibile e gioiosa per le coppie: è la vita cristiana. Dove manca Cristo, manca ossigeno. Ed è per questo che voi curate con amore reciproco la dimensione spirituale: per il bisogno fondamentale di ogni coppia, di non guardarsi soltanto negli occhi, ma di guardare in alto, all’origine della vita e dell’amore”. Per le autorità civili, era presente anche il prefetto di Torino, Donato Cafagna, ha preso la parola la vice sindaca della Città di Torino, Michela Favaro: “Sono certa che questo raduno a Torino, città laboratorio di accoglienza e solidarietà e ha tra le sue priorità quello di pensare al benessere delle persone e delle famiglie di oggi e di domani, sarà un'occasione per rafforzare i legami di fraternità, per rinnovare l’impegno a vivere l'amore coniugale come vocazione e missione, e per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno”. Infine, le parole del Papa pronunciate da Francesco nella udienza privata del 4 maggio ai vertici delle Eri, il momento di preghiera comunitaria con la benedizione finale di mons. Alessandro Giraudo, vescovo di ausiliare di Torino.Luca Rolandi