Diocesi: mons. Lorefice (Palermo), "Amministratori di questa nostra città, amatela!" "Nella nostra Palermo che si appresta a fare memoria di un suo illustre cittadino, il giudice Paolo Borsellino e degli uomini e donne della sua scorta barbaramente uccisi dalla mafia, strage che attende ancora, non senza connivenze, silenzi e depistaggi, verità e giustizia. Rosalia ci annuncia oggi che la parola in cui è racchiusa la speranza non è l’odio ma l’amore, l’unica vera forza trasformante la convivenza umana". Lo ha detto l'arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell'omelia della messa per la Casa comunale nel Festino del Giubileo Rosaliano. "Chi ama Dio ama la città. Spera per e con la Città. Questi hanno contribuito alla liberazione e alla trasfigurazione di Palermo amandola perdutamente. Amministratori di questa nostra città, il Giubileo Rosaliano vi chiede, vi ordina di amare questa città". Il presule ha ribadito che "Rosalia è la sentinella della nostra Palermo". E ha aggiunto: "Dobbiamo ripetere all’infinito la nostra domanda e quella che sale dalla città, affiancando i disperati, i senza luce, tutti coloro che in carcere o sulle nostre strade sempre più insicure e accidentate gridano senza voce il loro desiderio di vita, di riscatto e di liberazione; gli scoraggiati e gli abbandonati nelle nostre case, negli ospedali e nelle case di riposo per anziani; ascoltando il lamento che sale dai vicoli e dalle piazze del centro storico segnati da violenza, furti e aggressioni, dallo spaccio a viso aperto delle nuove devastanti droghe che travolgono i nostri giovani. Dobbiamo levare noi la nostra voce, per tutti i dimenticati, per quelli che restano all’ombra del dolore: nella nostra Palermo bella, tormentata e tormentosa".Filippo Passantino