Settimana sociale: Salussolia (imprenditrice agricola), “il paradigma dell’economia civile in agricoltura rimette al centro la terra, chi la lavora e i consumatori” (Trieste) “Nel momento in cui compriamo una bottiglia di passata di pomodoro 0,60 € state certi che questo basso costo o lo sta pagando la terra, o lo paga il lavoratore o lo paga il consumatore acquistando un prodotto non di qualità. Il cambio di paradigma economico nel settore agricolo significa cercare un metodo di coltivazione che non impoverisca la terra, che riconosca ai contadini un salario dignitoso a cui hanno diritto, che tuteli i consumatori nell’acquisto di cibo sano”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Miriam Salussolia, amministratore unico di We Can e presidente della cooperativa Cartiera, nel suo intervento alla Piazza della democrazia dedicata a “Economia civile: un nuovo modello di sviluppo” nell’ambito della 50ª edizione in svolgimento a Trieste. Con studi di giurisprudenza alle spalle e dopo un decennio di attività nel settore, Salussolia ha scelto di ritornare alla professione dei nonni: da alcuni anni è entrata nel mondo dell’economia agricola dove, ha raccontato, “ho trovato quella che Papa Francesco chiama l’economia che uccide”. Di fronte a questa realtà, “il paradigma dell’economia civile aiuta anche l’agricoltura perché rimette al centro la terra, chi la coltiva e la lavora e i consumatori finali. Un’economia agricola che non uccide – ha spiegato – è quella che tiene insieme tutti e tre gli elementi”. E il pensiero è andato subito alla vicenda di Satnam Singh. Tra le diverse iniziative messe in campo anche quella di portare i clienti del territorio a scoprire e capire che “un modo differente di produrre cibo è possibile”. Da qui l’invito: “Anche nei confronti dei prodotti agricoli ripartiamo dal guardarci intorno, non è vero che la produzione mondiale di cibo dev’essere solo e sempre su larga scala; ci sono possibilità concrete, anche qui oggi, diverse”.Alberto Baviera