Settimana sociale: Vacchina (Forma), “a ciascuno sia garantito un percorso formativo adatto che porti ad una pienezza di umanità e corresponsabilità” (Trieste) “Nel nostro Paese non è scontato ricordare che scuola e lavoro sono e devono essere ancora tra i diritti fondamentali quelli più importanti che permettono alle persone di raggiungere quella eguaglianza sostanziale e quella aspirazione ad una vita felice per sé e per gli altri”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Paola Vacchina, presidente di Forma, nel suo intervento alla Piazza della democrazia dedicata a “Scuola: educarsi alla partecipazione” nell’ambito della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia in svolgimento a Trieste. Vacchina ha ricordato come l’Istruzione e formazione professionale “valorizza il lavoro come elemento educativo in una Repubblica fondata sul lavoro” e “riesce ad intercettare una tipologica di ragazzi che si ri-coinvolgono in percorsi educativi integrali, ottenendo non solo un titolo di studio”. “Siamo troppo abituati a percorsi lineari, tutti simili”, ha osservato, “mentre i giovani ci mostrano che possono esserci percorsi interessanti anche se meno predefiniti”. Per la presidente di Forma, “serve un cambiamento culturale rispetto a come consideriamo il lavoro, che può essere anche disumanizzato e disumanizzante”. E ha invitato i presenti ad interrogarsi “se il lavoro sia un alleato grande per la scuola”. Perché “il lavoro è parte integrante della vita, anche il lavoro dentro l’esperienza formativa ed educativa può diventare fondamentale per generare motivazione ad apprendere, ad impegnarsi, ad accrescere la consapevolezza di essere utile, di avere talenti”. Rispetto “al diritto e al bisogno che la società ha della partecipazione di tutti, dobbiamo interrogarci rispetto alla dispersione scolastica, definita dal Papa una tragedia”. Ricordando il recente incontro con Francesco, Vacchina ha evidenziato che “il lavoro dev’essere sicuro, dignitoso. Il Papa ci ha stimolati ad impegnarci perché i giovani non vadano all’estero, accettino condizioni di lavoro sottopagato o che non rispettano la loro dignità”. “Abbiamo questa responsabilità”, ha riconosciuto. Ecco perché “un sistema educativo più in relazione con il mondo del lavoro e un mondo del lavoro più corresponsabile dell’educazione e del futuro dei giovani possono creare un rapporto positivo, un circolo virtuoso che può far crescere la corresponsabilità di tutti i soggetti coinvolti nella formazione dei ragazzi”. Vacchina ha concluso: “C’è da fare un grande cammino come società, come Istituzioni e come Chiesa affinché a ciascuno sia garantito un percorso adatto che possa portare ciascuno ad una pienezza di umanità e corresponsabilità”.Alberto Baviera