Diocesi: card. Cantoni (Como) ai sacerdoti consacrati 50 anni fa, “stupore, rendimento di grazie, intercessione” “Stupore, rendimento di grazie, intercessione: ecco cosa esprimere in questo luogo e in questa speciale ricorrenza”. Lo ha affermato sabato il vescovo di Como, il card. Oscar Cantoni, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto sabato in cattedrale rivolgendosi ai sacerdoti che hanno ricordato il cinquantesimo di consacrazione presbiterale. “Stupore”, ha spiegato il porporato, “non solo per essere stati gratuitamente chiamati dal Padrone della messe, ma anche al ricordo di un tempo trascorso così velocemente, nella quotidiana risposta al Signore”. “Cinquant’anni – ha commentato – vissuti nell’impegno pastorale a servizio della nostra gente, in tante realtà pastorali della nostra diocesi, in una stretta comunione fraterna tra voi, àncora di salvezza per i momenti difficili che ciascuno ha potuto affrontare”. “Vi siete sentiti così intimamente solidali – ha proseguito il card. Cantoni – da vivere a sostegno gli uni degli altri, espressione della comunità di fede nella quale si prega incessantemente e dove mutuamente ci si adopera. Questa profonda solidarietà fraterna, vissuta incessantemente, è ciò che vi ha caratterizzato, divenendo un modello di vera fraternità anche per gli altri membri del nostro presbiterio”. “Stupore per una giovinezza perenne, che è frutto non di un semplice volontarismo umano, ma della grazia che dona e mantiene il gusto e la consolazione di essere preti al di là delle forze che in questi tempi, per qualche acciacco, da una parte o dall’altra, vengono meno”, ha aggiunto il presule, evidenziando che nasce “sa qui il rendimento di grazie. Duplice: sia da ciascuno, ma anche della intera Chiesa comense, che gioisce con voi e vi ringrazia per il vostro ministero a vantaggio del santo popolo di Dio”. “Un grazie sincero viene espresso da ciascuno per la fedeltà con cui il Signore ha sorretto le vostre vite e accompagnato nelle diverse tappe da voi vissute, esposti come siete stati a qualunque situazione, a volte felice, a volte difficoltosa”, ha sottolineato il card. Cantoni, certo che in diverse situazioni simili “avete potuto sperimentare la vicinanza del Maestro divino che vi ha detto: ‘Mettiti il mantello e seguimi’. Da qui il vostro rendimento di grazie, perché il Signore ci permette di ripartire sempre, facendo tesoro anche dei nostri peccati e ci spinge fuori dalle nostre paludi per un cammino rinnovato, frutto di un più intenso amore”. In porporato ha voluto “ringraziare di vero cuore ciascuno di voi, per la vostra dedizione a un cammino pastorale sempre imperfetto, come fragile e incerto è sempre il cammino del viandante che attraversa sentieri sconosciuti e impervi”. “Stiamo attraversando momenti difficili e tortuosi per la Chiesa, che vive come le doglie di un parto, in attesa di nuovi stili pastorali, conformi ai veri drammi che l’umanità oggi sperimenta, che sappiano soddisfare la grande ricerca di Dio da una parte, ma anche il torpore spirituale di molti, che vivono nella indifferenza, come se Dio non esistesse”, ha rilevato il presule, secondo cui “c’è un ministero che è indispensabile e più prezioso di qualunque altro impegno. È quello della intercessione”. Un “nostro dovere”, attraverso il quale “possiamo spaziare con la nostra preghiera a favore di tutti, nella chiesa e nel mondo intero, proprio ora che il tempo vi/ci costringerà a impegni più ristretti e di minore responsabilità”.Alberto Baviera