Consiglio d'Europa: 1 milione 300mila persone soggette a misure alternative alla reclusione “Il numero complessivo di persone soggette a sanzioni e misure che mantengono gli autori di reato nella comunità è rimasto stabile in Europa da gennaio 2022 a gennaio 2023, sebbene alcune amministrazioni di libertà vigilata abbiano registrato aumenti o diminuzioni significativi”, secondo la Statistica delle persone sottoposte alla sorveglianza dei servizi di libertà vigilata, realizzata per il Consiglio d'Europa dall'Università di Losanna. L’indagine contiene dati sui soggetti in libertà vigilata provenienti da 41 amministrazioni di libertà vigilata degli Stati membri del Consiglio d’Europa “che stanno scontando diverse sanzioni o misure comunitarie, comprese quelle alternative alla detenzione come monitoraggio elettronico, servizio comunitario, arresti domiciliari, trattamenti, semi-libertà e rilascio condizionale”. Al 31 gennaio 2023, erano 1.330.838 le persone sotto la supervisione di 30 agenzie di controllo che hanno fornito questi dati; il che riflette un aumento dell'1% rispetto al 31 gennaio 2022. Ciò corrisponde a una popolazione media in libertà vigilata di 164 persone ogni 100.000 abitanti. I Paesi con i più alti tassi di popolazione in libertà vigilata sono Polonia (636 persone in libertà vigilata ogni 100.000 abitanti), Turchia (434), Repubblica di Moldavia (320), Lettonia (290), Inghilterra e Galles (Regno Unito) (284), Francia (283), Estonia (249) e Italia (210). Il professor Marcelo Aebi, capo del gruppo di ricerca dell’Università di Losanna, ha dichiarato: “Il panorama dei sistemi penali in Europa è molto diversificato. Sebbene negli ultimi anni la libertà vigilata e le sanzioni comunitarie si siano ampliate come alternative alla reclusione, la loro attuazione varia in modo significativo. Nel 2023, 23 giurisdizioni su 30 avevano tassi di popolazione in libertà vigilata più elevati rispetto a quelli di popolazione carceraria, riflettendo una tendenza a mantenere gli autori di reato nella comunità per facilitare la loro inclusione sociale. Tuttavia, in alcuni Paesi con tassi elevati di carcere e libertà vigilata, le sanzioni di comunità non sembrano essere sempre utilizzate come sostitutive della reclusione ma piuttosto come misure supplementari, mentre in altri Paesi le sanzioni di comunità sono ancora raramente utilizzate”.Gianni Borsa