Diocesi: Caritas Vicenza, per la terza volta consecutiva l’Associazione Diakonia ha ricevuto il logo We Welcome da parte dell’Unhcr Per la terza volta consecutiva l’Associazione Diakonia onlus, ente gestore dei servizi della Caritas di Vicenza, ha ricevuto il logo We Welcome da parte dell’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati). La cerimonia di consegna ufficiale è avvenuta ieri sera a Roma durante il convegno “La forza dell’inclusione” promosso in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che ricorre oggi. A ritirare l’attestato Mary Boateng del servizio-segno “Tirocini e lavoro” della Caritas di Vicenza  gestito dagli operatori dell’Associazione Diakonia. "Un grande grazie agli operatori dell’Associazione Diakonia onlus e a tutti i volontari Caritas impegnati su questo e altri fronti della galassia Caritas – sottolinea don Enrico Pajarin, direttore della Caritas di Vicenza: "è veramente bello che all’associazione che gestisce i servizi Caritas sia stato conferito questo premio per la terza volta consecutiva. Significa che sono state messe in campo buone pratiche e che esse possono fungere da esempio per altre realtà”.  “Nel 2023 – aggiunge Stefano Comparin, responsabile del servizio-segno ‘Tirocini e lavoro’ – abbiamo avviato o proseguito cinque progetti che hanno avuto come beneficiari, tra gli altri, richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale, compresi i soggiornanti di lungo periodo. Si tratta, in tutto, di 49 persone che hanno partecipato a percorsi di inserimento lavorativo”. “Rete di inclusione sociale territoriale” è uno di questi progetti: lo scopo è stato quello di favorire il reinserimento sociale, abitativo e lavorativo delle persone senza dimora, in modo da permettere la loro uscita, in autonomia, dalle strutture di accoglienza. Poi il progetto A.S.T.R.I., che ha l’obiettivo di far incontrare la richiesta di lavoro da parte di donne disoccupate, appositamente formate tramite un corso per diventare collaboratrici familiari, e la richiesta di aiuto e vicinanza da parte di anziani che vivono da soli e in una condizione di fragilità. E ancora “La bottega del falegname” e il progetto Esodo, servizio residenziale e domiciliare maschile per il reinserimento di detenuti in misure alternative, in misure cautelari o in regime di semilibertà che ha visto il coinvolgimento di alcuni richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale.Raffaele Iaria