Educazione: Pavia, l’11 giugno ScuolAttiva presenta la ricerca “L’impatto psicologico del cambiamento climatico: una sfida per le nuove generazioni” “L’impatto psicologico del cambiamento climatico: una sfida per le nuove generazioni” è il titolo della ricerca tutta italiana, unica nel panorama scientifico internazionale, che indaga il fenomeno dell’ecoansia, ovvero l’ansia legata al cambiamento climatico, nei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni e che sarà presentata martedì 11 giugno, alle ore 10, presso l’Università degli studi di Pavia (Sala Chiesetta). La ricerca, realizzata da ScuolAttiva onlus - con la supervisione scientifica del Laboratorio di Psicologia della salute del Dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Università di Pavia e in collaborazione con Triplepact Società Benefit – ha coinvolto un campione di quasi 1.000 studenti delle scuole primarie nell’ambito del progetto educativo “A scuola di acqua” sostenuto da Sanpellegrino. Sempre più persone stanno vivendo un senso di angoscia legato alla crisi climatica globale anche senza esserne direttamente o indirettamente colpite. In altre parole, solo conoscere le conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso i media può influenzare la salute mentale delle persone generando una varietà di emozioni, tra cui senso di colpa, tristezza e rabbia e contribuendo a ciò che è stato definito come "eco-ansia" dall'American Psychological Association (Apa). Su questo fenomeno sta rapidamente emergendo una letteratura scientifica negli adulti ma si sa molto poco su come i bambini vivano questa situazione. Da qui nasce l’esigenza della ricerca “L’impatto psicologico del cambiamento climatico: una sfida per le nuove generazioni”, da cui sono emersi dati molto interessanti che danno un quadro dell’urgenza di azioni concrete e immediate per affiancare le nuove generazioni sul tema attraverso attività educative e di formazione. L’eco-ansia, infatti, nonostante non sia una patologia, rappresenta un fattore di stress che va assolutamente monitorato per evitare che sfoci in disturbi della salute mentale.Gigliola Alfaro