Open Olympics 2026: associazioni, "serve un portale unico della trasparenza dei XXV Giochi" Una fotografia di spesa per i XXV Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina del 2026 è stata offerta, oggi, da una rete di 20 associazioni nazionali e territoriali (da Libera a Legambiente), in occasione della presentazione a Pieve di Cadore (in piena zona dei Giochi) del report che lancia la campagna “Open Olympics 2026. Vogliamo i Giochi invernali Milano Cortina trasparenti, legali, rendicontabili”. Quanto alla trasparenza “spesso risulta estremamente complesso capire dove siano i dati, essendo costretti a giocare a 'ping pong' tra portali e siti diversi. Di troppe opere non sappiamo, infine, quando saranno pronte e quale utilizzo avranno anche nel futuro - si legge nell’appello della rete - così come è difficile comprendere chi sono i responsabili di un’opera, spesso anche divisa in lotti, e come i commissariamenti condizionino le regole del gioco". "Quasi sempre non sappiamo il perché della realizzazione delle opere, in quanto non ammessi al prendere parte alla decisione pubblica, né possiamo effettivamente valutare l’impatto”, continua l’appello. Da qui la richiesta: “Chiediamo un impegno concreto: piena trasparenza sull’evento olimpico e paralimpico e sulle opere connesse”. Il tutto si traduce, secondo i promotori, in un “Portale unico della trasparenza dei Giochi invernali Milano Cortina 2026, che ci metta in grado sia di comprendere, opera per opera e in formati di dato aperti, i passaggi e l’iter delle stesse, le spese relative all’organizzazione e promozione dei Giochi”. Le 20 sigle rivolgono il forte appello “a tutti i soggetti coinvolti, dal Comitato olimpico internazionale al Coni, dalla Simico Spa ad Anas Spa, dalla Fondazione Milano Cortina 2026 al Ministero per lo sport e i giovani del Governo italiano, dalle Regioni ai diversi enti locali coinvolti”. Forte infine il richiamo ai princìpi guida dei Giochi: “Chiediamo che trasparenza, integrità e lealtà, i massimi valori dello sport per come sanciti nell’Agenda Olimpica 2020+5, siano anche le precondizioni alla realizzazione delle opere connesse ai Giochi”. A chiusura dell’evento di Pieve, i promotori rilanciano una nuova iniziativa di monitoraggio civico (realizzato anche un laboratorio pomeridiano dedicato), a prescindere dalla risposta che si otterrà. “Il nostro fine ultimo non è quello di alimentare un generico atto di accusa, ma di garantire la salvaguardia del bene comune”, spiegano.Gigliola Alfaro