A partire dalla memoria Il Giorno della Memoria, 27 gennaio, commemoriamo le vittime dell’Olocausto. Quest’anno è particolarmente impegnativo per le tensioni in Terra Santa, per la guerra fra Israele e Hamas che si sta allargando ad altri protagonisti e altre zone. Tutto ciò crea un turbamento e uno spirito polemico contro gli ebrei che di quell’Olocausto furono vittime. Dovremmo recuperare la testimonianza di Liliana Segre, in controtendenza a chi nei social esprime odio. Con grande serenità ci ricorda la Shoah, le sue sofferenze e quelle del suo popolo. Accompagnata da Ignazio La Russa è andata alla stazione centrale di Milano, al binario 21 da dove furono caricati centinaia di ebrei, deportati politici e altri, da dove lei stessa partì. A chi le chiedeva del silenzio sull’antifascismo di La Russa ha risposto, senza scomporsi, di chiedere direttamente a lui. Stiamo per vivere la Giornata della Memoria della Shoah, un vaccino che dovrebbe rendere immuni dall’antisemitismo e dal razzismo, da ondate di odio ideologico e da violenze gratuite. Eppure, dopo la Seconda guerra mondiale e dopo la Shoah, è del tutto irrazionale accettare ancora oggi che i diritti delle persone e dei popoli debbano essere difesi con le armi. L’esperienza vissuta nella ultima guerra non ci ha insegnato nulla! Gli scontri di identità, invece che fatti di confronto fra culture, pensieri, intuizioni, sono affidati agli eserciti e alla forza. Un ritorno indietro a secoli che oggi giudichiamo barbarici. L’Occidente non ha portato il fascino delle libertà, delle partecipazioni dei popoli alla vita sociale, delle ricchezze condivise; ha piuttosto pensato di imporsi per trarne un vantaggio di potere e di ricchezza, prima con le armi, ora con le dure regole del mercato capitalistico. Molti disordini attuali hanno riferimenti religiosi. Nei secoli, le guerre di religione sono state deleterie, con massacri non dovuti ai contenuti delle fedi ma alle esaltazioni fondamentaliste e identitarie messe a servizio delle ambizioni di potere di qualcuno o di qualche gruppo. La secolarizzazione, con la separazione fra potere politico e autorità religiosa, ha risolto problemi. La vera soluzione è davvero lasciare le singole persone libere di cercare la fede, il senso della propria vita, la propria identità radicale. Sta qui la radice della libertà di ognuno e dei popoli. L’Occidente l’ha mai testimoniata, mai favorita, mai promossa, quando andava a creare domini e colonie in altre parti del mondo? Forse, sta in questo atteggiamento di conquista mai superato, l’odierno sentimento di rifiuto dell’Occidente da parte degli altri popoli, di cui le guerre in Ucraina e in Israele sono un’espressione.Franco Appi