Povertà educativa: Squillaci (Fict), “iniziare nei fatti a costruire una reale integrazione, il riconoscimento e l’esigibilità dei diritti, per non tradire i giovani” “Don Milani non aveva la risposta su tutto ma si faceva la domanda giusta. È almeno da un decennio che parliamo di povertà educativa e comunità educante e forse continuiamo ancora a parlarne perché la questione sta nella nostra incapacità concreta a costruire la comunità educante, forse perché noi la intendiamo come una metodologia o uno strumento”. Lo ha detto, ieri sera, Luciano Squillaci, presidente della Fict-Federazione italiana comunità terapeutiche, intervenendo alla giornata di riflessione e studio sul tema “Il Progetto Uomo fra storia e profezia , dipendenze e povertà educative oggi”, organizzata dal Centro di Solidarietà di Firenze. “La ‘comunità educante’ come la ‘solidarietà’ sono ‘principi di diritto’ per i ragazzi, non un fatto ipotetico. Dobbiamo iniziare nei fatti a costruire una reale integrazione, il riconoscimento e l’esigibilità di questi diritti, per non tradire i giovani”, ha osservato il presidente della Fict. “Per realizzare tutto ciò – ha proseguito Squillaci - ci manca un ultimo pezzo, un’ultima profezia, quella della speranza. Siamo malati di retrospettiva cronica. Siamo abituati spesso a lavorare sui bisogni, quindi sulle mancanze. Lavorare però solo sulle carenze è un gioco asfittico che non ci porta a guardare in prospettiva”. Il presidente della Fict non ha dubbi: “Occorre cambiare i bisogni con i sogni. Siamo diventati bravi progettisti, ma abbiamo perso la progettualità e per progettare bene, bisogna avere una visione di prospettiva. Come educatori, come cittadini, come cristiani dobbiamo avere sempre una linea di orizzonti davanti”. Squillaci ha concluso: “L’idea che anche all’interno della Chiesa che ci sia la possibilità di riflettere su una pastorale della speranza accompagnata ad alcune fragilità, come la dipendenza, provando a costruire anche lì un ragionamento ad hoc su questi temi potrebbe essere un’ipotesi di profezia in termini di prospettiva”.Gigliola Alfaro