Settimana sociale 2024: documento preparatorio, "le donne e i giovani vanno ascoltati", "i cristiani non sono solo quelli che frequentano le chiese" “Siamo oggi di fronte a una partecipazione sempre più ampia delle donne alla vita pubblica, in ambito professionale, politico, culturale, economico e scientifico”. È uno dei dati messi in risalto dal Documento preparatorio delle Settimane sociali dei cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024. “Donne che vanno ascoltate nei loro vissuti profondi e, pur nella fatica di conciliare vita familiare, impegno sociale e lavoro, sono capaci di una felicità diversa recidendo legami e stereotipi”, l’appello del documento: “Vissuti capaci di andare senza rumore al fondo delle questioni, di ‘sparigliare’, di distruggere luoghi comuni e offrire apporti generativi e inclusivi anche nel contesto ecclesiale”. “Non si può non cogliere una nuova attenzione diffusa per l’ambiente e la sua tutela; sono moltissimi i giovani impegnati in attività di volontariato, che animano forme di attivismo ambientale, anche radicale, consumano meno, amano sempre di più la natura”, l’altra sottolineatura del testo: “La pandemia per loro (ma anche per gli adulti) è stato un potente detonatore di bisogni prima non espressi. È emersa una nuova aspettativa di qualità della vita che si traduce in domanda di più tempo per sé e per la famiglia, in domanda di verde anche nelle città, in attesa di una maggior gratificazione nel lavoro”. Per la Cei, “soprattutto i più giovani chiedono di poter riallineare meglio le dimensioni della vita: lavoro, vita privata, tempo, contesto circostante. Una domanda di senso che ci sollecita tutti”. “I cristiani non sono (solo) quelli che frequentano le chiese”, si precisa nel testo a proposito dell’attività di tane realtà associative, del mondo cooperativo, delle tante imprese sociali e civili: “li troviamo nelle corsie degli ospedali, disposti ad ascoltare i pazienti, nelle scuole dove ci sono insegnanti che sanno educare e capire i loro allievi, nelle aziende sane dove si coltiva un’idea di economia civile capace di mettere al centro la persona e l’ambiente. I cristiani li troviamo nei luoghi della vita quotidiana, nei quartieri dove si fanno carico delle solitudini delle persone, nelle reti di prossimità, nelle azioni in difesa del pianeta e della biodiversità, dove fanno esercizio di creatività e di immaginazione. Osano, propongono, mettono a terra idee e progetti. Spesso danno fastidio, provocano. Ma bisogna avere il coraggio di riconoscere che senza di loro – la citazione di Papa Francesco - ‘la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività, va disincarnandosi perché lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità, nella costruzione del suo destino’”.  M.Michela Nicolais