Università Cattolica: Anelli (rettore), "pur nell'era dei dati in medicina mettere sempre al centro l'umanità del paziente" "La rivoluzione dei dati sembra proiettare verso un abbandono della ricerca di senso, di ordine, di teoria" e "si associa all’altro radicale problema, quello della dimensione della delega che si sta conferendo agli algoritmi, che elaborano la massa infinita dei dati, nei processi analitici e in quelli decisionali". Così il rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli, nella seconda parte  suo discorso inaugurale per l’inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023 nella sede di Roma dell’Ateneo. Secondo il rettore "l’entità delle questioni spaventa" e "non vi è dubbio che molta riflessione antropologica, di etica fondamentale e applicata si sia concentrata in questi decenni sulla questione di una temuta disumanizzazione della medicina, sull’importanza della relazione umana nella relazione terapeutica, che è appunto un prendersi cura dell’altro". "Al di là dei mutamenti epistemologici della scienza medica  - o delle scienze mediche, sempre più specialistiche e frammentate - mi sembra che siano due i parametri che troviamo sempre come riferimento strutturale alla sua applicazione quotidiana - la tesi di Anelli -. All’inizio, per così dire, della ricerca c’è l’uomo". "L’altra costante, si trova – sempre metaforicamente -  alla fine del nostro percorso, ed è ciò che dà senso e significato ai nostri sforzi, che dà forma alla conoscenza. Ed è di nuovo l’uomo. C’è, infatti, un dato insopprimibile, una verità dalla quale la ricerca medica in particolare non sfugge: l’umanità del paziente".  "Le nostre Facoltà romane, il nostro Policlinico - ha concluso il rettore -, esistono proprio per questo, per consentire che tutti possano approfittare delle scoperte scientifiche, esercitando - con passione e contro ogni avversità  - la carità".  Giovanna Pasqualin Traversa