Papa in R.D. Congo: ai vescovi, “quando alziamo la voce, rischiamo”, “siate testimoni di misericordia e di riconciliazione” “Non trascurare il dialogo con Dio e di non lasciare che il fuoco della profezia sia spento da calcoli o ambiguità con il potere, e nemmeno dal quieto vivere e dall’abitudinarietà”. È l’invito finale del discorso del Papa ai vescovi, incontrati a Kinshasa prima di partire per il Sud Sudan. “Dinanzi al popolo che soffre e all’ingiustizia, il Vangelo chiede di alzare la voce”, ha ricordato Francesco: “Quanto alziamo la voce, rischiamo”, ha aggiunto a braccio e citando subito dopo l’esempio del servo di Dio mons. Christophe Munzihirwa, “pastore coraggioso e voce profetica, che ha custodito il suo popolo offrendo la vita”: “Venne ucciso in una piazza della città, ma il suo seme, piantato in questa terra, insieme a quello di tanti altri, porterà frutto”. “È bene fare memoria, con gratitudine, dei grandi pastori che hanno segnato la storia del vostro Paese e della vostra Chiesa, di chi vi ha evangelizzato e preceduto nella fede”, la raccomandazione del Papa: “Sono le vostre radici, che vi irrobustiscono nell’ardore evangelico”. “Penso anche al bene che ho ricevuto conoscendo il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya”, l’altro omaggio del Papa. “Non abbiate timore di essere profeti di speranza per il popolo, voci concordi della consolazione del Signore, testimoni e annunciatori gioiosi del Vangelo, apostoli di giustizia, samaritani di solidarietà”, l’appello: “Testimoni di misericordia e di riconciliazione in mezzo a violenze scatenate non solo dallo sfruttamento delle risorse e da conflitti etnici e tribali, ma anche e soprattutto dalla forza oscura del maligno, nemico di Dio e dell’uomo”. “Non scoraggiatevi mai”, l’invito insieme al ringraziamento “per il vostro servizio, per il vostro zelo pastorale, per la vostra testimonianza”.M.Michela Nicolais