Papa Francesco: udienza, "la falsa consolazione può diventare un pericolo". "Non vivere la relazione con Dio in modo infantile, cercando il proprio interesse" Nella vita, “ci sono anche false consolazioni”. Lo ha fatto notare il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi in piazza San Pietro. “Nella vita spirituale avviene qualcosa di simile a quanto capita nelle produzioni umane: ci sono gli originali e ci sono le imitazioni”, ha spiegato Francesco: “Se la consolazione autentica è come una goccia su una spugna, è soave e intima, le sue imitazioni sono più rumorose e appariscenti, sono puro entusiasmo, sono fuochi di paglia, senza consistenza, portano a ripiegarsi su sé stessi, e a non curarsi degli altri”. “La falsa consolazione alla fine ci lascia vuoti, lontani dal centro della nostra esistenza”, il monito del Papa, che ha precisato a braccio: “Quando siamo felici siamo in grado di fare qualsiasi cosa: ma non confondere quella pace con un entusiasmo passeggero”. “Per questo si deve fare discernimento, anche quando ci si sente consolati”, ha argomentato Francesco: “Perché la falsa consolazione può diventare un pericolo, se la ricerchiamo come fine a sé stessa, in modo ossessivo, e dimenticandoci del Signore. Come direbbe San Bernardo, si cercano le consolazioni di Dio e non si cerca il Dio delle consolazioni”. “Noi bobbiamo cercare il Signore – ha detto il Papa ancora a braccio - e il Signore con la sua presenza ci consola, ci fa andare avanti, non dobbiamo essere interessati in questo. È la dinamica del bambino di cui parlavamo la volta scorsa, che cerca i genitori solo per avere da loro delle cose, ma non per loro stessi, per interesse”. “E quando la famiglia è divisa, i bambini hanno questa abitudine di cercare qui e cercare là: questo non fa bene, quello non è consolazione, è interesse”, ha denunciato sempre fuori testo Francesco, secondo il quale “anche noi corriamo il rischio di vivere la relazione con Dio in modo infantile, cercando il nostro interesse, cercando di ridurlo a un oggetto a nostro uso e consumo, smarrendo il dono più bello che è Lui stesso”. “Così andiamo avanti nella nostra vita, che va tra le consolazioni di Dio e le desolazioni del peccato e del mondo, ma sapendo distinguere quando è consolazione di Dio, che ti dà pace fino in fondo all’anima, dall’entusiasmo passeggero, che non è cattivo, ma non è la consolazione di Dio”.M.Michela Nicolais