Papa Francesco: "pandemia ci ha fatto comprendere quanto siamo vicini", "oggi si cammina tutti insieme o non si può camminare"erenzialità" “Con il suo tragico impatto sulla vita sociale del mondo intero, ha fortemente condizionato anche le attività ecumeniche, impedendo negli ultimi due anni la realizzazione dei consueti contatti e di nuovi progetti”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti alla sessione plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. “Al tempo stesso, però, la crisi sanitaria è stata anche un’opportunità per rafforzare e rinnovare le relazioni tra i cristiani”, ha proseguito Francesco, secondo il quale “un primo significativo risultato ecumenico della pandemia è stata la rinnovata consapevolezza di appartenere tutti all’unica famiglia cristiana, consapevolezza radicata nell’esperienza di condividere la medesima fragilità e di poter confidare solamente nell’aiuto che viene da Dio”. “Paradossalmente, la pandemia, che ci ha costretti a mantenere le distanze gli uni dagli altri, ci ha fatto comprendere quanto in realtà siamo vicini gli uni agli altri e quanto siamo responsabili gli uni degli altri”, la tesi del Papa: “È fondamentale continuare a coltivare questa consapevolezza, e far scaturire da essa iniziative che rendano esplicito e accrescano questo sentimento di fratellanza". "Oggi per un cristiano non è possibile andare da solo per la propria confessione", ha proseguito a braccio: "o andiamo insieme, tutte le confessioni fraterne, o non si cammina. Oggi la coscienza dell'ecumenismo è tale che non si può pensare di andare nella fede senza la compagnia dei fratelli e delle sorelle delle altre comunità ecclesiali. E questa è una grande cosa: soli, non possiamo". "È facile, infatti, dimenticare questa profonda verità", ha denunciato Francesco: "Quando ciò accade alle comunità cristiane, ci si espone seriamente al rischio della presunzione di autosufficienza e della autoreferenzialità, che sono gravi ostacoli per l’ecumenismo: e noi lo vediamo, in alcuni paesi ci sono queste riprese egocentriche di alcune comunità cristiane. È un tornare indietro e non avanzare. Oggi si cammina tutti insieme o non si può camminare”.M.Michela Nicolais