Nel 2023 il 37% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo. Per quasi la metà c’è l’effetto emulazione, giocano perché lo fanno gli amici. Uno su tre, invece, ha giocatori in famiglia. Il 64% di chi gioca online predilige le scommesse sportive. La recente indagine di Nomisma si è concentrata sull’universo giovanile, ma i dati sono in linea con quanto rivelato dalla Caritas della diocesi di Roma nel Rapporto povertà 2023. L’organismo diocesano ha rivelato che nel 2022 solo nel Lazio la spesa per il gioco d’azzardo è stata di 10 miliardi e 249 milioni di euro, in media 1.793 euro a persona. A Roma il volume di gioco è stato di 4,962 miliardi (3,5 miliardi in modalità telematica) con un importo pro capite di 1.763 euro giocati. Per affrontare quella che è sempre più un’emergenza sociale, gli psicologi dell’unità operativa complessa salute e dipendenze dell’Asl Roma 3, dall’inizio di settembre stanno formando 300 docenti di 15 scuole secondarie nell’ambito di “Quando il gioco non è più un gioco”, progetto di prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo. Nove le scuole già incontrate. I temi affrontati spaziano dalla definizione del disturbo da gioco d’azzardo all’individuazione di fattori di rischio e protezione, passando per la distinzione tra gioco ricreativo e patologico. L’iniziativa rientra in un più ampio programma regionale sul gioco d’azzardo patologico. “L’intenzione di base è prevenire – dichiara Alessandro Gisondi, coordinatore del progetto Dga (Disturbo da gioco d’azzardo) per l’area romana della Asl Roma 3 -. Gli esperti dicono che parlare di determinate dipendenze direttamente ai ragazzi a volte li incuriosisce di più. Allora abbiamo pensato di coinvolgere chi è più vicino ai giovani ossia i genitori e gli insegnanti. Questi ultimi si sono mostrati subito entusiasti”.
“Tanti gli istituti che hanno risposto al nostro invito, soprattutto quelli comprensivi – aggiunge Gisondi -. Dai primi di settembre, prima ancora che iniziassero le lezioni, abbiamo avviato gli incontri nelle scuole per aiutare i professori a capire come sviluppare nelle loro classi quelle ‘abilità di base’, le cosiddette ‘life skills’ che proteggono i ragazzi da problemi come il bullismo, la droga e, appunto, il gioco d’azzardo. Stiamo parlando di cose come l’autostima, la capacità di gestire le emozioni, il lavoro di gruppo e l’empatia. Sono tutte competenze fondamentali, soprattutto nell’adolescenza”.
Oltre alla prevenzione, il progetto offre anche un supporto psicologico diretto in tre ambulatori specializzati: in via Vaiano 53 a Roma, in via Tagaste 2/4 ad Ostia e in via delle Ombrine 9 a Fiumicino. Nelle tre sedi al momento “sono giunte poche richieste di incontri specialistici da parte di giovani. Per questo motivo, continuiamo a puntare sulla prevenzione”, afferma la psicologa Giovanna Ascolese, che ha gestito la mappatura delle scuole per gli incontri di sensibilizzazione che proseguiranno per tutto l’anno scolastico. “Grazie al facile accesso di ragazzi e ragazze a cellulari e computer – prosegue la psicologa -, le nostre proposte educative trovano un pubblico molto attento. Gli insegnanti ci segnalano con frequenza episodi che rispecchiano le problematiche che cerchiamo di prevenire. Un campanello d’allarme ricorrente è la difficoltà dei ragazzi a concentrarsi in classe a causa di disturbi del sonno, spesso legati all’uso eccessivo dei dispositivi digitali durante la notte. Ci hanno raccontato casi preoccupanti, come quello di ragazzi coinvolti in scommesse online o quello di una ragazza che, dopo un lutto, ha trovato rifugio nei giochi online, dove era obbligatorio acquistare punteggio per progredire. Inoltre, gli insegnanti sottolineano l’importanza di coinvolgere i genitori, a volte poco consapevoli delle potenziali insidie legate all’uso smodato degli smartphone”. Francesca Milito, direttore generale della Asl Roma 3, specifica che “gli insegnanti hanno ora maggiori strumenti per percepire la presenza di un disagio tra i giovani. Nel corso di vere e proprie lezioni gli psicologi trasferiscono al corpo docente, anche attraverso materiale didattico, le competenze necessarie per avvicinare i giovani qualora manifestino più o meno apertamente un problema”.