“È una grande occasione per lodare e ringraziare il nostro Signore Gesù” quella di domani, domenica 15 settembre, quando si festeggeranno i quattro decenni da quando la Comunità Magnificat ha restituito al culto due luoghi abbandonati della città di Perugia: le chiese di San Manno e di Madonna della Luce.
“Una storia d’amore lunga quarant’anni”.
“La prima, con una storia di Dio appassionante – si legge nella presentazione dell’evento – è divenuta il luogo centrale della sede della Comunità: lì, oggi, si adora Gesù giorno e notte. La seconda, nella centralissima e antica via dei Priori, fu affidata alla Comunità perché vi potesse, continuativamente, ogni giorno, adorare Gesù”.
La Comunità ha così organizzato un evento rivolto a tutti i cittadini di Perugia: un pomeriggio per condividere e testimoniare – in un clima di festa e semplicità – il volto della Comunità, che vuole essere una presenza viva nella città, secondo la propria vocazione alla contemplazione e all’azione.
L’evento inizierà con l’intervento del card. Gualtiero Bassetti, proseguirà poi con una catechesi di don Luigi Maria Epicoco e quindi con alcune significative testimonianze. Nell’occasione sarà presentata l’attività caritativa della Fondazione Magnificat. L’intervento di Mirko Santanicchia – professore associato di storia dell’arte medievale presso il dipartimento di lettere – lingue, letterature e civiltà antiche e moderne dell’Università degli studi di Perugia – presenterà alcuni aspetti legati alla storia del convento e della piccola chiesa, che sorgono su di un ipogeo etrusco, legati all’esperienza dei cavalieri del Santo Sepolcro. Verrà altresì illustrata la valenza artistica di Madonna della Luce. L’evento, patrocinato dalla diocesi di Perugia – Città della Pieve e dal dipartimento di lettere dell’Università degli studi di Perugia, si svolgerà presso l’auditorium di San Francesco al prato.
L’origine della chiesa di Madonna della Luce.
Quella volta in cui la Madonna “chiuse gli occhi”
Uno “strano” miracolo ci “aiuta a capire perché il Signore ci ha chiamato ad adorarlo proprio lì”. Ecco il breve racconto tratto dalle fonti storiche:
Era il 13 settembre 1512 quando un gruppo di giovani giocavano a carte davanti alla porta dell’Ospedale della Fraternita di San Francesco, poco sotto Porta Trasimena, seduti sopra un muretto prospiciente una macelleria. Un tal Falera, barbiere di Porta Sole che perdeva al gioco, lanciò una bestemmia contro la Vergine.
La Madonna affrescata a fianco del muretto chiuse gli occhi e li tenne serrati. Dopo tre giorni (il 16 settembre) l’immagine riaprì gli occhi, fra lo stupore di una folla orante.
Quindi l’affresco venne staccato per essere collocato nell’erigenda chiesa della Madonna della Luce o di San Luca.