Crollo ballatoio della Vela Celeste a Scampia. Vittime di un sistema che ha permesso il degrado

Queste non sono semplici disgrazie, ma il risultato di una serie di scelte che nel tempo hanno creato un contesto dove la vita è continuamente messa in pericolo

(Foto ANSA/SIR)

Ieri sera a Scampia, il crollo di un ballatoio della Vela Celeste ha strappato via le vite di due persone e ferito gravemente altre tredici, tra cui sette bambini, spingendo la comunità a confrontarsi con il peso di una tragedia che non è isolata, ma parte di un mosaico complesso e doloroso. Questo dramma ci ricorda che le vittime di questa situazione non sono solo quelle di ieri, ma anche quelle di un sistema che ha permesso il degrado, la povertà e l’abbandono per anni.

Queste non sono semplici disgrazie, ma il risultato di una serie di scelte che nel tempo hanno creato un contesto dove la vita è continuamente messa in pericolo. Le disgrazie non esistono; esistono invece le responsabilità, le indifferenze e la mancanza di interventi adeguati. Il crollo di ieri è emblematico non solo della fragilità delle strutture abitative, ma anche della vulnerabilità di una intera comunità. Le vittime, ancora una volta, sono i più deboli, coloro che già portano sulle spalle il peso della sofferenza e della precarietà.

La morte di due persone e il ferimento di molte altre non possono essere solo un motivo di lutto, ma devono essere un richiamo alla nostra coscienza e una spinta a trasformare la realtà in cui viviamo. La riflessione deve estendersi al domani: come possiamo evitare che altri crolli, fisici e metaforici, avvengano? Ogni tragedia ci ricorda che abbiamo il potere di fare la differenza.

Scampia è un luogo emblematico, dove la vita quotidiana è segnata da contrasti stridenti: da un lato, comunità resilienti pronte a risollevarsi, dall’altro, le cicatrici di un degrado che non accenna a svanire. La speranza di riscatto è una luce che brilla nonostante tutto, ma le notizie di crolli e tragedie continuano a mettere alla prova la determinazione di chi vive qui. Questo ci invita a riflettere su quanto sia fragile la linea tra la speranza e disastro, una linea che va costantemente difesa attraverso azioni concrete e impegno da parte della Chiesa, delle istituzioni e della società civile.

Mentre ci stringiamo al dolore delle famiglie colpite e della città di Napoli, dobbiamo anche guardarci dentro e chiederci come possiamo contribuire a ricostruire e rafforzare quartieri vulnerabili. La speranza è una forza potente, anche questa volta Scampia saprà rialzarsi, perché il suo cuore pulsante è rappresentato dalle persone che vi risiedono: famiglie, giovani, anziani, tutti uniti da un comune senso di appartenenza e dalla volontà di migliorare la propria realtà. Questa capacità di rialzarsi è frutto di una lunga storia di resistenza e di amore per il proprio territorio. Nonostante le difficoltà, la povertà e il degrado, la comunità ha sempre trovato modi creativi e innovativi per affrontare le sfide, trasformando i momenti di crisi in opportunità di crescita e sviluppo.

Ogni sfida affrontata è una lezione appresa e ogni momento di difficoltà può diventare un terreno fertile per la costruzione di un futuro diverso. Scampia, con la sua storia e la sua resilienza continuerà a essere un faro di speranza, dimostrando che, anche nei momenti più bui, è possibile trovare la forza di ricominciare e di lottare per una vita dignitosa e più giusta.

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