Dove potrà mai essere di casa un Istituto di Studi teologici islamici? A Vienna non hanno troppi dubbi: all’interno della Facoltà di Teologia cattolica. Suona strano, ma la cosa è invece tutt’altro che fuori luogo.
Finora, dal 2016, l’Istituto era stato una sottounità della Facoltà di Studi filologici e culturali dello stesso Ateneo. Ma negli ultimi anni, spiegano all’Università della Capitale, si è constatato che vi sono molti più temi e argomenti in comune con la Facoltà di Teologia cattolica che, come prevede il sistema universitario austriaco, è parte a tutti gli effetti del sistema universitario statale. L’affiliazione dell’Istituto alla Facoltà entrerà in vigore il 1° ottobre, con l’inizio del semestre invernale.
Una decisione presa all’unanimità dagli organi accademici. Le cattedre esistenti, i regolamenti di studio e l’offerta formativa rimangono invariati, informa l’Università. L’Istituto per gli Studi teologici islamici rimarrà autonomo in termini di contenuti, comprese le nomine dei docenti. L’integrazione sarà accompagnata professionalmente in un processo di sviluppo e verificata fra cinque anni. “Con questo passo”, spiega il rettore Sebastian Schütze,“vogliamo rafforzare ulteriormente la cooperazione interreligiosa tra teologie”.
Ma cosa dicono gli accademici musulmani di questa reciproca affiliazione? Grazie alle esperienze positive fatte finora nella cooperazione (ad esempio nell’ambito del centro di ricerca “Religione e trasformazione”), l’Istituto considera questo cambiamento organizzativo come un’opportunità per rafforzare il proprio profilo. Attualmente l’Istituto islamico conta 370 studenti, la Facoltà cattolica circa mille.
Parole di plauso dal presidente delle Comunità islamiche austriache Ümit Vural, che ringrazia il rettore Schütze per una scelta non scontata e il cardinale Christoph Schönborn “per l’eccellente e costruttiva collaborazione dell’ultimo anno, che ha preparato questa decisione. La nostra cooperazione e il forte dialogo interreligioso sono all’avanguardia non solo in Austria, ma anche a livello internazionale e dimostrano il reciproco apprezzamento tra Chiese
e Comunità religiose”.
“Di fronte alle grandi sfide globali e sociali”, aggiunge la professoressa Andrea Lehner-Hartmann, decana della Facoltà di Teologia, “le discipline teologiche devono rafforzarsi e lavorare insieme. Questa collaborazione è un’opportunità e sta diventando sempre più importante”. La Facoltà considera le questioni interreligiose e quelle inter e intra-confessionali centrali per l’attività accademica, priorità nella ricerca, nei corsi e nel lavoro sociale. Stesso discorso vale anche per la cooperazione con gli istituti accademici ebraici e con la Facoltà di Teologia protestante.
L’integrazione tra articolazioni accademiche cattoliche e “altre” non è una novità assoluta. Il precedente è dato dall’Istituto di Scienze religiose ortodosso che, così come i relativi studi teologici, fa già parte integrante, da qualche tempo, della Facoltà cattolica. Ciò a dimostrare come si possa mantenere l’autonomia in termini di contenuti, da un lato, e organizzare un efficace scambio nella cooperazione interdisciplinare, dall’altro.
Tra i temi comuni che ci si propone di affrontare, secondo Ednan Aslan, vicedirettore dell’Istituto per gli Studi teologici islamici, certamente la ricerca interreligiosa, la cooperazione nell’insegnamento, “la futura sostenibilità delle teologie in una società pluralistica”.