Sono 21 le diocesi, 8 dall’Umbria e 13 dalle Marche, coinvolte nel convegno catechistico organizzato, da domani a domenica 12 maggio, alla Domus Pacis di Assisi. L’incontro sul tema “Celebrate il Signore perché è buono? Una comunità che celebra e testimonia il Kerygma”, coinvolge in particolare i direttori degli Uffici catechistici diocesani e le loro équipe, come anche catechisti e sacerdoti.
“Si tratta della prima esperienza di questo genere in Italia”, spiega don Calogero Di Leo della diocesi di Perugia-Città della Pieve, coordinatore della commissione per la catechesi della Conferenza episcopale umbra (Ceu), organizzatore del convegno insieme a don Emanuele Piazzai, della diocesi di Senigallia, direttore della commissione per la catechesi della Conferenza episcopale marchigiana (Cem). “Il contesto è quello del Cammino sinodale della Chiesa italiana – aggiunge Di Leo – e abbiamo pensato di organizzare il convegno tra due regioni ecclesiastiche che condividono un territorio omogeneo, con una modalità di trasmissione della fede alle giovani generazioni simile. Una proposta che ha trovato sponda anche nell’Ufficio catechistico della Conferenza episcopale italiana e il pieno sostegno dai nostri Vescovi umbri e marchigiani”.
Numerosi i temi oggetto delle relazioni e dei dialoghi nei tre giorni del convegno, a cominciare dal rilancio di quelli delineati da Papa Francesco in occasione del 60° anniversario della nascita dell’Ufficio catechistico nazionale: la nuova evangelizzazione, l’importanza della liturgia come momento naturale per la catechesi e l’importanza della comunità.
“Non vogliamo fermarci solo alle analisi – continua don Di Leo – e cercheremo di far emergere una catechesi nuova, convincente, coinvolgente, in grado di affrontare le sfide dei cambiamenti nel mondo. Le nostre riflessioni, poi, le consegneremo alla Conferenza episcopale italiana che, dopo aver ricevuto tutte le proposte delle altre regioni d’Italia, avvierà una nuova progettazione per la catechesi a livello nazionale”.
Il convegno, venerdì 10 maggio, si aprirà alle ore 20.30 con i saluti di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu, di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e di Foligno e delegato Ceu per la catechesi, e di don Alberto Zanetti dell’Ufficio catechistico nazionale. La relazione introduttiva sul tema “Le nostre comunità celebrano ancora la fede?” è affidata a mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio e di Città di Castello. “Oggi la comunità cristiana – spiega Paolucci Bedini – ha bisogno di riscoprire la bellezza del vivere la fede, proprio a partire da quell’annuncio essenziale che è al centro anche del nostro convegno interregionale: il Kerygma, l’annuncio della Pasqua di Cristo”.
Sabato 11 maggio, la seconda giornata di convegno inizia con la celebrazione della parola presieduta dal card. Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, seguita dal dialogo moderato da Alessandro Pacchioni sul tema “Celebrazione e vita, quali piste percorribili?”, con la partecipazione di don Marco Di Giorgio e suor Gina Masi. Di seguito, altro dialogo moderato da Marta Bartolucci, con mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata e presidente della Cem, e Francesca Russo sul tema “Quale parola e quali parole per celebrare e testimoniare il Kerygma?”. Nel pomeriggio i lavori di gruppo, la veglia di preghiera presieduta dal vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, e il pellegrinaggio sulla tomba di Carlo Acutis. Domenica 12 maggio, il convegno si chiude al mattino con il confronto assembleare e la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Boccardo nella basilica di Santa Maria degli Angeli.