Alessandra Todde, ingegnera prestata alla politica, vice presidente del Movimento Cinque Stelle, è la prima della donna presidente della Giunta regionale sarda.
Il dato definitivo si è fermato a 1.822 sezioni scrutinate su 1.844. Le altre 22 non hanno concluso le operazioni di spogli che saranno effettuate nei prossimi questi giorni. Dalla Regione fanno sapere che si tratta di seggi che non sono riusciti a ultimare le procedure di controllo delle schede. Queste ultime poi, insieme ai relativi verbali, saranno inviati all’ufficio elettorale circoscrizionale del tribunale di competenza, cui spetta concludere lo scrutinio, che avverrà, probabilmente, entro 15 giorni.
Anche in questa tornata elettorale regionale si conferma la tradizione che vuole l’alternanza di schieramenti politici alla guida delle Regione. Se nel resto d’Italia si parla di terzo mandato, in Sardegna da tre decenni chi governa non riesce mai a confermarsi per un secondo mandato. Di certo, si tratta di un dato politico importante, segno evidente dell’incapacità, da parte di ha avuto in mano il pallino, di non esser riuscito a dare risposte soddisfacenti alle esigenze degli elettori.
Altro dato che trova conferma nelle elezioni regionali del 2024, è il pauroso vuoto ai seggi: quasi un sardo su due ha disertato le urne, l’affluenza si è fermata poco sopra il 52,4%. Un elemento di preoccupazione rispetto al grado di legittimità del sistema rappresentativo, sia per chi, non sentendosi rappresentato dai partiti, ha deciso di non votare per protesta, sia per chi invece non ha votato per disinteresse.
Tra le priorità, per la Todde, l’impegno con i giovani e per i giovani con l’obiettivo puntare molto sulla ricerca anche per contrastare la migrazione delle migliori risorse giovanili della Sardegna. “La mia giunta – ha detto – si distinguerà per competenze: lo abbiamo promesso ai nostri elettori”. Dal canto suo Paolo Truzzu ha voluto ribadire che quello di Cagliari è stato più “un voto di protesta contro di me che a favore della Todde”.
L’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, intervenendo alla lunga maratona elettorale realizzata negli studi della radio diocesana, Radio Kalaritana, insieme a TeleregioneLive, emittente cattolica di Olbia, e Toc Toc Sardegna, quotidiano di informazione web, ha ricordato il messaggio pubblicato prima delle elezioni nel quale evidenziava la necessità di recuperare la vocazione altissima della politica. “L’amore – ha detto Baturi – non può riguardare solo i rapporti tra singole persone o piccoli gruppi ma si apre sempre alla possibilità di trasformare le relazioni e i sistemi sociali, economici e politici per realizzare il bene umano in ogni contesto”.
“L’impegno politico – ha ribadito l’arcivescovo – afferma l’esigenza e l’ideale di un cambiamento, il senso di una appartenenza, la passione per raggiungere mete che danno dignità all’agire delle persone e del popolo”.
Significativa a questo proposito è la recente nascita della Consulta diocesana per la pastorale sociale e del lavoro che diventa luogo di riflessioni e proposte della comunità ecclesiale.