Giornata del malato: le reliquie di Santa Bernadette negli ospedali romani

Il passaggio delle reliquie di Santa Bernadette Soubirous negli ospedali romani, durante la settimana che precede la Giornata del malato, lascia il segno dove spesso si mescola la sofferenza alla speranza. Oggi il reliquiario arriva nella parrocchia nella zona di Colli Aniene

Stupore, commozione e nemmeno un briciolo di indifferenza. Il passaggio delle reliquie di Santa Bernadette Soubirous negli ospedali romani, durante la settimana che precede la Giornata del malato, lascia il segno dove spesso si mescola la sofferenza alla speranza. Dopo i Policlinici Campus Bio-medico, Tor Vergata e Gemelli, gli ospedali Pertini e San Giovanni-Addolorata, il reliquiario arriva oggi nella parrocchia nella zona di Colli Aniene, intitolata alla Santa protagonista delle apparizioni della Madonna a Lourdes.

“I santi ci vengono in aiuto quando non sentiamo presente il Signore nella nostra vita”, spiega don Luigi Santo, cappellano del presidio dell’Addolorata, mentre tiene in mano la reliquia, un lembo di pelle di Santa Bernadette, e attraversa i reparti. Prima oncologia, poi ematologia, geriatria e oftalmologia. Nei corridoi si sparge la voce del passaggio. I medici e gli infermieri si avvicinano a don Luigi e padre Umberto D’Angelo, il cappellano dell’altro presidio, quello di San Giovanni: alcuni hanno gli occhi rossi e gonfi di lacrime, non dicono nulla, chiedono una benedizione e si allontanano in silenzio, altri sorridono e commentano dicendo quanto fosse attesa quella visita.
Un medico confida le volte in cui ha servito come barelliere le persone che si recavano in pellegrinaggio al santuario francese. “Lì – dice – sono stato in contatto con la sofferenza. Tanti speravano nella guarigione ma a Lourdes ho assistito al miracolo dell’accettazione di ciò che si vive nel quotidiano con maggior fede”.

Anche fra i pazienti in attesa dei controlli si diffonde un mormorio: alcuni chiedono una benedizione per il bambino che li accompagna, altri si rivolgono alla Santa per far cessare le guerre e c’è pure chi arriva correndo perché ha saputo del passaggio e non vuole perdere l’occasione di incontrare le reliquie. Rossana è stata a Nevers, dove Santa Bernadette è sepolta, e segue ogni anno la novena in onore della Madonna che commemora le 18 apparizioni nella grotta, avvenute dall’11 febbraio al 25 marzo del 1858. Un’altra paziente torna indietro e raggiunge il gruppo di persone che si è radunato intorno ai due cappellani e alle reliquie: commossa racconta di aver frequentato le scuole delle suore di Nevers e di essere devota alla Santa fin da quando era bambina.

Il desiderio di vedere le reliquie raggiunge anche le pazienti della senologia dove suor Rolanda Sabellaga è infermiera. “Chi non poteva fermarsi – racconta – mi ha chiesto una preghiera particolare. Papa Francesco ha scritto un messaggio bellissimo per la Giornata mondiale del malato in cui ha ricordato come il gesto del prendere cura sia fondato sulla relazione”. Proprio alla relazione, “intesa come osservazione, ascolto e risposta alle esigenze della persona, do molta importanza perché migliora la cura, anche se la burocrazia assorbe molte delle nostre energie”, osserva la religiosa di origine filippina, da oltre trent’anni in Italia e da più di venti in forze al San Giovanni. “Da alcuni anni – aggiunge – offriamo nel reparto di senologia con una psiconcologa un servizio di mindfulness e degli incontri di spiritualità con mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della diocesi di Roma. L’ultima attività per le pazienti è stato un corso di ballo svolto da professionisti”.

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