L’estate è un tempo propizio per rigenerarsi nel corpo e nello spirito, per rafforzare i legami familiari e di amicizia, riflettere sui mesi trascorsi e su quelli a venire. I giorni di riposo a disposizione costituiscono un dono prezioso di cui ringraziare Dio e coloro che ci mettono in condizioni di goderne. Il mio pensiero va, anzitutto, a coloro per i quali le ferie, le vacanze estive, sono un lusso, forse una chimera: soprattutto ai bambini, alle persone malate, a quelle più anziane e sole, a chi non ha un lavoro, un tetto dignitoso o vive per la strada. L’estate non ci esime dal rivolgere il nostro sguardo, la nostra attenzione, la nostra preghiera, a questi fratelli e sorelle e fare il possibile, come singoli, come famiglie, come comunità parrocchiali, affinché si offrano opportunità insperate di riposo e di festa anche se brevi, a coloro che, prima ancora che delle ferie e delle vacanze, sono stati privati della possibilità di una vita dignitosa.
Guardiamoci attorno con fantasia e coraggio. Proviamo, meglio se con altre persone disponibili, ad assicurare qualche forma di concreta vicinanza agli ultimi che restano tali in estate come il resto dell’anno. Povertà e solitudine, spesso sono quasi sovrapponibili tra di loro, trovano antidoti importanti anche se non risolutivi, allorquando ci si organizza per alleggerire il peso di chi ne soffre. Rallegra pensare a quanto siano ricche le nostre città di opportunità di svago e di divertimento offerto ai molti che sono in grado di coglierle. Addolora, al contrario, pensare ai tanti a cui, per i più svariati motivi, queste opportunità sono precluse.
Le vacanze sono anche un periodo in cui sospendere l’ordinario per dare spazio alla straordinarietà della nostra azione pastorale: con i giovani e le famiglie nei campi-scuola, con gli altri confratelli nelle esperienze di condivisione.
Straordinaria, dolorosa e impegnativa è anche l’esperienza che – soprattutto in estate – ormai da oltre un decennio, ci troviamo ad affrontare per stare vicini ai senza dimora, molti dei quali sono i rifugiati che arrivano in fuga da guerre, persecuzioni, povertà.
Ognuno di noi è chiamato a “non passare oltre”, ma a farsi prossimo.
L’imperativo di Gesù – “Va e anche tu fa lo stesso” – non può andare in vacanza. La parola di Gesù ci chiede di soccorrere oggi, accogliere e aiutare, così come ha fatto il Samaritano che si trovava in cammino, forse anche lui per una vacanza.
Allora perché non provare a fare questo passo verso gli altri? La proposta è rivolta anzitutto a quelle persone che tutto l’anno sono prese dal lavoro o da vari impegni familiari. Proprio in estate potrebbero avere qualche ora da mettere a disposizione per incontrare, per contattare, o anche solo per telefonare a qualche persona povera di contatti umani e di relazioni sociali.
In questo contesto si inserisce anche l’esperienza del volontariato delle Mense e all’Ostello della Caritas di Roma.
Per i mesi di agosto e settembre c’è la possibilità di inserirsi nei gruppi dei nuovi volontari. Per informazioni e per dare la disponibilità è possibile chiamare il numero 06 888 15 201 oppure scrivere a mensa.marsala@caritasroma.it.
* direttore Caritas di Roma