“La povertà energetica non si ferma alla capacità reddituale, ma coinvolge anche lo stato dell’alloggio, le esigenze per la salute e per il benessere della famiglia, la capacità di fronteggiare i picchi di temperatura per gli anziani”. Lo denuncia Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma, che ha reso noto in questi giorni le ricadute, su famiglie e anziani, della grave crisi energetica che da tempo colpisce il nostro Paese.
Secondo uno studio effettuato dagli esperti Caritas e contenuto nel primo numero del quaderno “Sguardi”, la collana editoriale promossa dalla Caritas di Roma, dal titolo “Povertà energetica e solidarietà”, le difficoltà, relative a riscaldare o rinfrescare adeguatamente l’abitazione, ad utilizzare senza estreme limitazioni gli elettrodomestici indispensabili per la vita della famiglia e a far fronte, nei casi più estremi, alla necessità di utilizzare apparecchiature elettromedicali e salvavita, sono i principali ambiti che caratterizzano il fenomeno della povertà energetica. Tutto questo poi si traduce con più evidenza nell’impossibilità di pagare le bollette della luce e del gas, un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale coinvolgendo un numero sempre più grande di famiglie. A confermarlo, le numerose richieste di aiuto che giungono alle comunità parrocchiali della diocesi di Roma. Non c’è parroco o Centro di ascolto Caritas, che nella diocesi di Roma non riceva richieste di aiuto, da famiglie o da piccoli imprenditori, per il pagamento delle utenze domestiche, per acquistare un calorifero elettrico, riparare uno scaldabagno, approvvigionarsi di legna o carbone. Secondo un’indagine effettuata nel periodo marzo-aprile 2022 e che ha coinvolto complessivamente 104 Centri di ascolto parrocchiali (CdA) e circa un terzo delle comunità parrocchiali di Roma, nel corso del solo 2021 la quasi totalità (99%) dei Centri di ascolto parrocchiali ha dichiarato di aver attivato interventi di aiuto a persone (singoli o famiglie) che dovevano far fronte al pagamento di bollette insolute. Nel 56% si è trattato di molte richieste, nel 42,3% di un fenomeno sporadico. Il 90% dei CdA parrocchiali ha ricevuto inoltre richiesta di aiuto per utenze insolute di elettricità e gas, seguite dalle rate condominiali (8%) in cui rientrano le spese per il riscaldamento nei sistemi centralizzati. Poche le richieste relative al pagamento dell’acqua.
Sempre secondo i dati la spesa per le utenze energetiche assorbe una quota molto considerevole del reddito familiare oscillando tra il 26 e il 50% del totale, mentre per l’8% arriva ad assorbirne oltre la metà. Dati che certificano una difficoltà “strutturale” a sostenere i costi delle utenze, non necessariamente legata ai recenti aumenti tariffari. La spesa energetica essenziale rappresenta infatti una voce consistente per le famiglie con redditi bassi, che va ad aggiungersi ad altre situazioni di estrema fragilità: tra queste troviamo situazioni di case senza impianti di riscaldamento in cui viene chiesta assistenza per acquistare bombole di gas, legna, stufe elettriche e altre fonti di calore. Da considerare inoltre che, nel 77% dei CdA parrocchiali, le famiglie che hanno richiesto aiuto per l’approvvigionamento di energia erano composte da persone con “condizioni di salute cagionevoli” e che nel 17% dei casi segnalano la presenza di malati che hanno bisogno di utilizzare apparecchiature elettromedicali salvavita (carrozzine elettriche, sollevatori mobili, materassi antidecubito) per le quali spesso non si è a conoscenza delle specifiche agevolazioni e tutele previste. Infine, da un’analisi dei dati è stato possibile verificare che spesso le difficoltà a sostenere il pagamento delle utenze, nello specifico quelle dell’energia elettrica, sono legate a nuclei familiari, anziani o singole persone, che avevano richiesto e usufruito di un accompagnamento legale per le procedure di sfratto per morosità.
“È un disagio che parte dai primi anni del nuovo millennio – spiega Trincia – e che, purtroppo, negli ultimi due anni – con la pandemia e con la guerra in Ucraina, ha assunto dimensioni che stanno scuotendo la consapevolezza del Paese e determinando gravi conseguenze sul piano economico, occupazionale e sociale”. Il quaderno contiene i dati raccolti nei Centri di ascolto parrocchiali e diocesani sulle persone assistite per questo tipo di problema e propone degli spunti di approfondimento e iniziative concrete a cui aderire. “Leggendo i dati – aggiunge Trincia – abbiamo verificato che non c’è più un ‘tipo’ di povero. Lo stato di indigenza può arrivare improvvisamente a seguito della malattia, della perdita di un lavoro che sempre più spesso è precario e irregolare, di una crisi di sistema come la pandemia o per le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina”.
Per questo, in occasione della Giornata mondiale dei poveri che si celebra domenica 13 novembre,
la diocesi di Roma lancia la campagna di solidarietà “Bolletta sospesa”,
una raccolta straordinaria di offerte da destinare al Fondo Famiglia della Caritas diocesana finalizzato proprio al sostegno delle persone e delle famiglie in maggiori difficoltà con le utenze di luce e gas. Non a caso, in pieno periodo pandemico, e precisamente dall’aprile 2020 al dicembre 2021, la Caritas di Roma ha attivato il Fondo Anticrisi come misura di sostegno monetario per supportare un numero sempre più pressante di richieste di aiuto, anche economico, da parte delle famiglie. Nella maggior parte dei casi riguardavano situazioni contingenti dovute alla perdita di reddito momentaneo causata dal Covid-19 e sono proseguite, se non aumentate, anche dopo il periodo pandemico. Ogni parrocchia ha potuto presentare fino a cinque richieste al mese per contributi, una tantum, di massimo 500 euro per spese prevalentemente legate all’abitazione. Complessivamente, con il Fondo Anticrisi, sono state erogate 1.219 richieste con un contributo complessivo di 586.000 euro. In particolare il 48% delle richieste ha riguardato il pagamento di utenze di elettricità e gas per un totale di circa 250.000 euro; a queste vanno aggiunte un 14% di richieste per spese condominiali, molte delle quali comprensive anche dei costi di riscaldamento.
La Caritas di Roma chiede quindi alle Istituzioni di prorogare il servizio di maggiore tutela per la protezione delle fasce di popolazione che avrebbero notevoli difficoltà a sostenere gli incrementi che di fatto si concretizzano con l’obbligo di accesso al mercato libero. Di pubblicare con ogni urgenza i Decreti attuativi dei provvedimenti che consentirebbero lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili nel nostro Paese. Di rafforzare i provvedimenti, gli investimenti per agevolare l’accesso ai piani di efficientamento energetico anche degli edifici, delle abitazioni delle famiglie, delle persone con redditi più bassi e di ridurre gli oneri fiscali, a partire dall’Iva, gli oneri di sistema, sui consumi energetici delle fasce di popolazione più fragili, sulle famiglie numerose, sulle famiglie con donne sole con bambini o con persone anziane o particolarmente malate. Alle aziende del settore energetico chiede poi di costituire dei fondi propri a cui attingere per sostenere il pagamento delle bollette di consumo alle persone, alle famiglie in condizioni di povertà assoluta e di ridurre il ricorso a campagne commerciali aggressive per indurre le persone a scegliere in maniera a volte inconsapevole al mercato libero promuovendo al tempo stesso forme autonome di agevolazione della clientela più in difficoltà nel regolare pagamento delle bollette di utenza. Alle comunità e ai cittadini, la Caritas chiede di rendersi personalmente disponibili ad acquisire e attuare le conoscenze di base per adottare comportamenti consapevoli e responsabili nell’uso delle risorse energetiche (acqua, energia elettrica e gas) contrastando ogni forma di spreco in casa, nei luoghi lavori, nelle nostre comunità civili e religiose. Ma, soprattutto, di non dimenticare mai che, al di là delle leggi e delle regole economiche, la via della solidarietà e della fraternità umana può essere sempre alimentata dalle scelte e dai comportamenti solidali verso le persone in maggiori difficoltà.