“Quando l’uomo comprende – nel dolore – di non essere il padrone delle cose la cui esistenza lo affascina e seduce, allora può voltarsi, assumere uno sguardo nuovo sulla realtà e scoprire lo scorrere misterioso e sapiente della vita. Quando è stato capace di continuare a camminare nonostante la fatica e la delusione, dopo aver rinunciato per sempre alle consolazioni non vere, può scoprire all’improvviso una nuova gioia di vivere. È questo il grande miracolo che continua ad accadere tutti i giorni sotto il sole. L’esempio e l’intercessione di San Benedetto ci aiutino ad abitare così, con le sue luci e le sue ombre, il tempo della nostra vita”.
Lo ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ieri mattina, durante il momento di preghiera per fare memoria del terremoto che il 30 ottobre di sei anni fa ha colpito Norcia e la Valnerina, ferendole nei luoghi più significativi della loro storia, tra tutti la basilica di san Benedetto da Norcia. Significativo il luogo scelto per questa liturgia: la cripta della Basilica di S. Benedetto, dopo sei anni, ricostruita nella volta e negli antichi pilastri, dove secondo la tradizione sono nati i santi gemelli Benedetto e Scolastica. Col Presule sono scese in cripta, in totale sicurezza, 25 persone, tra cui: il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, la presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei, il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, il Capo del dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio, la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli, il parroco di Norcia don Marco Rufini, il priore dei monaci benedettini padre Benedetto Nivakoff. Le persone presenti hanno assistito alla cerimonia, dalla Piazza, attraverso dei monitor.
“Fare memoria per imparare”. La riflessione dell’Arcivescovo si è incentrata nel Libro di Qoèlet, dove si dice che ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. “C’è infatti un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per piangere e un tempo per ridere” ha ricordato mons. Boccardo per il quale “Fare memoria vuol dire sempre necessariamente imparare”. Da qui l’esortazione: “C’è un tempo per ogni cosa e, quindi, vivi appieno il momento: nel riso vivi tutta la gioia possibile, nel pianto cogli la goccia preziosa delle lacrime nella ricerca metti ogni tua curiosità e, nella perdita, approfitta per liberarti dalle zavorre del passato e per prepararti ad accogliere aurore nuove; nel tempo dello strappo grida e ribellati alle lacerazioni, giungerà il giorno per ricucire i pezzi e il filo dell’unione si riannoderà. La legge della vita esiste, e la sua armonia si può udire e gustare solo sintonizzandosi con i suoi tempi giusti, non sappiamo pazientare finché un sogno giunga a compimento, ci fermiamo al Venerdì Santo, vediamo un albero sfiorito nel suo autunno senza attendere la primavera”.
Non interrompere la ricostruzione. “È stata una grande emozione commemorare l’anniversario del sisma dalla cripta della Basilica di San Benedetto ricostruita. Un altro segno concreto e reale che la ricostruzione procede – ha detto il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno – insieme alla Soprintendenza e al MiC (Ministero Cultura) stiamo definendo le modalità di fruizione di questo sito, compatibilmente con le esigenze del cantiere, affinché tutti i nursini possano averne accesso e riappropriarsi così di un luogo che rappresenta la nostra storia, l’identità e la cultura della città”. Alemanno ha spiegato che anche la ricostruzione privata procede in maniera decisa e oggi possiamo dire di aver raggiunto e superato l’obiettivo della presentazione del 50% delle pratiche attese. Non dobbiamo fermarci, c’è ancora lavoro da fare ma alimentato da consapevolezza, fiducia e speranza nel futuro”. Il Sindaco di Norcia, inoltre, evidenziando come la prima visita ufficiale del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano sia avvenuta proprio a Norcia, ha ribadito la necessità di non interrompere l’esperienza della ricostruzione che vede impegnati una serie di attori, dal Governo Commissario, Protezione Civile, Regioni e Sindaci”. Esperienza “che è ormai rodata in un’azione corale che continua a lavorare, guardando anche in prospettiva. La redazione del Testo Unico per la Ricostruzione, ad esempio, che è alle ultime limature, va proprio in questa direzione e rappresenterà una base per poter affrontare le emergenze che il nostro Paese è chiamato spesso ad affrontare mettendo così a disposizione le nostre esperienze”.
Sforzi tangibili. “Tornare a sentire il canto dei monaci, ricordare con una commovente cerimonia i sei anni del sisma del 30 ottobre 2016 nella cripta appena restaurata della Basilica di San Benedetto di Norcia, che quel giorno venne quasi completamente distrutta, è il segno tangibile dello sforzo prodotto in questi anni per la ricostruzione” ha affermato il Commissario Giovanni Legnini dai suoi profili social. Attualmente, ha aggiunto, “nelle quattro regioni colpite contiamo 25 mila richieste di contributo per la riparazione o la ricostruzione degli edifici privati, quasi la metà di quelle attese: 15 mila di queste sono state già approvate, per un valore di 4,8 miliardi, con l’apertura di altrettanti cantieri, cui se ne aggiungono alcune centinaia per le opere pubbliche. Seppur ben avviato, il lavoro che resta da fare è ancora enorme, in particolare nei centri più colpiti. Occorre – ha ribadito il Commissario – uno sforzo ulteriore da parte di tutti gli attori della ricostruzione, perché dopo sei anni dal sisma c’è ancora tanta sofferenza e molte persone cui dobbiamo ancora dare risposte”.
Le fondamenta dell’Europa. A chiudere la commemorazione è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, che nel suo intervento ha ribadito la necessità di “completare la ricostruzione” e ricordato che “le fondamenta dell’Europa stanno qui” a Norcia. “Non soltanto per ciò che San Benedetto ha significato per l’Europa, “ma perché il lavoro che ha svolto ha una singolare analogia con quello che è in corso dal momento del terremoto. La ricostruzione di un mondo che era crollato, quello dell’impero, attraverso la terra che veniva dissodata e la cultura che veniva salvata oggi ha molto da insegnare a terre che sono state devastate dal sisma e che hanno iniziato questo cammino molto faticoso e impegnativo”.