“Tutela dei minori negli ambienti ecclesiali. Buone prassi di prevenzione nell’organizzazione delle attività. Le attività estive con i minori”. È il tema al centro della Giornata di studi promossa per giovedì 9 giugno dalla diocesi di Cagliari e dal Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
L’evento, che si pone in continuità con quello vissuto sabato 4 giugno, sempre nei locali del Seminario arcivescovile, è stato modulato in due sessioni: la prima mattutina e la seconda pomeridiana, rivolte rispettivamente al clero (diaconi, religiosi, religiose) e agli operatori e operatrici pastorali.
Si tratta di un percorso maturato durante il periodo pandemico, ed “ora – spiega il referente diocesano del Servizio don Michele Fadda – abbiamo proposto due tappe. La prima è quella organizzata la scorsa settimana con un convegno che mirava a mettere in rete i vari soggetti istituzionali, le associazioni e gli enti che si occupano di minori. In quel caso abbiamo cercato di mappare il fenomeno dal punto di vista quantitativo e qualitativo. La seconda, cioè quella del 9 giugno, si rivolge invece al clero, ma anche a educatori, animatori, catechisti, volontari, diaconi, religiosi e religiose”.
A seguito dell’incontro mondiale in Vaticano sulla “Protezione dei minori nella Chiesa”, convocato da papa Francesco nel febbraio 2019, sta nascendo una rinnovata coscienza nella Chiesa rispetto alla tematica della tutela dei minori e delle persone vulnerabili: anche la Chiesa italiana ha costituito in ogni diocesi un apposito “Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”.
Don Fadda sottolinea inoltre che “trattandosi di un soggetto nuovo non è ancora molto conosciuto, per cui – dettaglia – l’obbiettivo di questo percorso è anche quello di entrare in contatto e fare rete con tutti gli operatori del settore. Stiamo ponendo le basi per offrire consapevolezza sul fenomeno e formare le persone coinvolte, allo scopo di collaborare strettamente con il vescovo, nell’adempimento delle sue responsabilità pastorali in materia di tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, sensibilizzare il clero, le comunità ecclesiali e parrocchiali, gli organismi di partecipazione e gli uffici pastorali diocesani sotto questo profilo”.
Il servizio diocesano offre inoltre un canale di ascolto e accompagnamento delle vittime, oltre alla gestione delle segnalazioni di abusi.
“A questo punto – afferma il referente diocesano – l’esigenza è quella di dare concretezza alla prospettiva indicataci da papa Francesco, ovvero dare un cambio di cultura all’interno della comunità ecclesiale, nella quale tutti assieme, e non solo il clero, ci si impegni nella cura e nella tutela dei minori. È importante formarsi per riuscire ad avere la capacità di cogliere le situazioni di rischio per evitarle”.
“Quindi – conclude – bisogna costruire delle realtà che, dal punto di vista relazionale, siano significative ed educative, perché la missione della Chiesa è quella di evangelizzare per cui rientra all’interno dell’ambito educativo”.